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Una questione privata
 
Una questione privata 2016-10-20 09:41:50 Vita93
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Vita93 Opinione inserita da Vita93    20 Ottobre, 2016
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Solo se io ho la tua anima

Langhe. Piemonte. Novembre 1944. Il poco più che ventenne partigiano Milton, uscito in pattuglia con un compagno, si trova davanti alla villa di Fulvia, una coetanea di cui è follemente innamorato e con cui era solito trascorrere intere giornate ad ascoltare canzoni straniere e a tradurle.
Fulvia non c’ è, si è trasferita per sfuggire alla pericolosità della guerra. La guardiana della villa, rimasta a presidiare la residenza, riconosce Milton e gli permette di entrare nella tenuta per affievolire la nostalgia del luogo che attanaglia il giovane.
Dalla conversazione con la donna, intuisce che negli ultimi tempi Fulvia ha intrecciato una relazione segreta con Giorgio Clerici, partigiano nonché suo migliore amico.
Milton deve sapere, deve trovare Giorgio e scoprire fino a che punto gli appartiene il cuore dell’amata Fulvia. "Non poteva più vivere senza sapere, e soprattutto, non poteva morire senza sapere".

"Una questione privata", pubblicato postumo nel 1963, ha molteplici chiavi di lettura.

Si tratta in primo luogo di un romanzo sulla Resistenza. Perché se per larghi tratti la vicenda parla appunto di una questione privata, in ogni pagina si respira il clima collettivo del periodo, i rapporti con i fascisti, con la popolazione e tra i partigiani stessi divisi in più schieramenti.
Sentiamo addosso la pressione di una natura personificata, descritta magnificamente, e che tra nebbia, pioggia e fango sembra accompagnare lo smarrimento, la difficoltà e la solitudine della ricerca. Proviamo compassione per questi giovani uomini fragili considerati vecchi a venticinque anni e a cui resta con ogni probabilità poco da vivere.
E per non correre il rischio che la questione personale oscuri la Storia generale, Fenoglio ricorda al lettore che nessuno è innocente, come nel capitolo crudo e opprimente dedicato alle due giovanissime staffette partigiane giustiziate.

Un romanzo ariostesco, come lo definì Calvino, per la cieca ossessione amorosa che lo pervade, per la ricerca irrazionale e pericolosa per se stesso e per gli altri che intraprende Milton, e per la chimera di una verità illusoria, irraggiungibile.

Un romanzo sulla solitudine, non soltanto perché Milton agisce da solo, ma soprattutto perché è un protagonista atipico per una storia sulla Resistenza. Curvo, magro, dotato di un'ottima formazione scolastica e culturale, quasi a voler assecondare la tendenza della letteratura otto-novecentesca a trattare della figura dell'intellettuale isolato.

Infine un romanzo di formazione che racconta di un amore infantile e idealizzato, in contrasto con la maturità che esige la vita partigiana tra fatiche, dolori. Con protagonisti comuni ventenni trovatisi in circostanze eccezionali e defraudati della spensierata giovinezza.

Nel sentimento amoroso Milton trova una via di fuga. Anteponendo lo scopo privato alla causa generale non è un inetto o un vigliacco, è soltanto un giovane uomo imperfetto che cerca rassicurazioni e felicità laddove sembra impossibile trovarne.
Niente ha senso, neppure la Resistenza, se alla fine della guerra non ci sarà Fulvia ad aspettarlo tra le sue braccia. Come se la Resistenza fosse una tappa transitoria, un contorno sfumato eppure inevitabile e necessario.

Il tutto è impreziosito da uno stile asciutto, essenziale eppure capace di raffinate descrizioni e squisiti lirismi.
"Una questione privata" è una delle tante perle imperdibili della letteratura italiana del Novecento.

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Commenti

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Bella recensione!
Ti segnalo una bellissima biografia su Fenoglio : "Questioni private. ..." (di Negri Scaglione).
In risposta ad un precedente commento
Vita93
20 Ottobre, 2016
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Grazie mille Emilio, aggiungerò questo titolo alla " lista della spesa ".
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