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Fango e amore
Le vicende del romanzo ruotano intorno a Milton, giovane partigiano che mette a servizio del suo sentimento per Fulvia, la ragazza di cui è innamorato, tutti i suoi ideali.
Lo stile essenziale, a tratti brusco, non concede niente al sentimentalismo, ma la tenerezza e il dolore per un amore probabilmente non ricambiato affiorano con potenza da ogni pagina.
Cercando “la verità”, la conferma del tradimento dell'amata, Milton vaga tra la pioggia e il fango della campagna piemontese, aggirando i pattugliamenti fascisti.
Ufficialmente ha una missione da compiere, ma la sua ricerca somiglia più ad un fuga dalla realtà, al girovagare a vuoto di un cuore straziato.
Difficile accettare che i ricordi custoditi gelosamente non abbiano più consistenza della melma che lo circonda giorno e notte e che sembra volerlo inghiottire, insopportabile il freddo che si impadronisce di lui al pensiero della sua solitudine.
Si empatizza subito con il protagonista, ne avvertiamo ogni moto dell'animo, lo perdiamo di vista solo per un capitolo che costituisce quasi un racconto a sé e che mette in luce tutto il livore sleale, spietato e inutile generato dalla guerra, in un circolo vizioso fatale.
Le pagine finali, cariche di adrenalina, lente e veloci, vagamente oniriche, sicuramente catartiche, celebrano magistralmente la pulsione di vita sulla morte – e sulla voglia di morire:
“Era perfettamente conscio della solitudine, del silenzio, della pace, ma ancora correva, facilmente, irresistibilmente”.