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Roma 42 D.C. Cuore nemico
 
Roma 42 D.C. Cuore nemico 2016-05-11 08:07:03 Bice
Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
3.0
Bice Opinione inserita da Bice    11 Mag, 2016
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Aquilato e la principessa sputacchiona

il testo contiene spoiler

Avevo poche aspettative su questo libro, malgrado la Castellano sia una delle mie autrici preferite e il personaggio di Aquilato, comparso già nel precedente libro “destino d’amore “
mi abbia fatto una prima impressione estremamente positiva.
Opinione più che confermata anche in questo seguito, che però non è riuscita a farmi apprezzare il romanzo.
La struttura dei romanzi della Castellano è sempre la stessa.
I protagonisti bruciano di passione repressa, tentano di resisterle ma si abbandonano a qualche palpata, fino all'ovvio finale.
La medesima situazione si ripresenta in ogni romanzo e a me piace, moltissimo. Perché l’autrice nostrana scrive magistralmente e nonostante il lettore sappia già come andrà
a concludersi la vicenda, non ho mai motivo di annoiarmi.
Eppure, in questa nuova opera sono stata parecchio disturbata dal personaggio femminile protagonista, Ishold.
Una principessa chatta che di principesco ha decisamente solo il titolo.
Forse perché dalla descrizione mi ero fatta delle aspettative enormi su di lei, sperando in una donna forte, indomita e caparbia.
Invece è rozza, capricciosa, brutta, indisponente. Non sono riuscita a trovarle un pregio ne una particolarità che possa giustificare un innamoramento da parte di Aquilato.
Ho trovato anche abbastanza schifoso il fatto che Isolde sputacchi continuamente alla pari di un lama.
Inizialmente ho sperato che fosse usanza dei chatti, ma dal momento che il fratello non lo fa e appare decisamente più regale ed educato di lei, ho inteso che la rozzeria fosse tutta da imputare alla sua persona.
Quindi troviamo Aquilato bello come un Dio, paragonato ad Apollo per la chioma dorata, gli occhi di ghiaccio ed il fisico scultoreo.
Cortese, impavido e appassionato è quanto di più si possa pretendere da un protagonista maschile di un romanzo d’amore.
Scopriamo che il batavo ama le avventure di una notte con donne voluttuose e provocanti, che fanno a gara per aggiudicarselo.
Ed ecco che arriva la nostra sputacchiona chatta.
L’antitesi della donna che attrae Aquilato, riesce a farlo capitolare con il suo temperamento e la sua determinazione.
Ed anche qui devo dire che sono rimasta interdetta.
Ishold è innanzitutto stupida.
Dopo la morte del padre scappa nella foresta, senza considerare l’ovvio epilogo, e cioè di finire stuprata da qualunque individuo di sesso maschile le si pari davanti.
Nonostante Aquilato la salvi, lei continua a rinfacciargli di averlo fatto, avrebbe preferito restare sola e libera nella foresta. E violata da chiunque no?
Decisamente stupida.
Eppure lui rimane impressionato dal suo coraggio (?!)
Non si accorge nemmeno che è una donna quando la incontra per la prima volta ma pochi giorni dopo vorrebbe già portarsela a letto, nonostante ribadisca più volte di preferirle le formose matrone romane.
Dopo le varie peripezie di rito i due si ritrovano felici ed innamorati ma il romanzo si tronca qui, con l’abbraccio finale e nulla più.
Non sappiamo cosa ne è della loro storia, se infine si sposeranno o ci saranno degli impedimenti.
Non voglio dare meno di tre stelle a questo romanzo ne sconsigliarne la lettura perché è scritto molto bene, scorrevole e appassionante.
Mi rendo conto di avere dei problemi con le protagoniste femminili dei romanzi ma davvero, questa non l’ho digerita.
Peccato.

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Roma 40 D.C. Destino d'amore
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