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Le regole del fuoco
 
Le regole del fuoco 2016-04-28 16:47:46 Mian88
Voto medio 
 
3.0
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
3.0
Mian88 Opinione inserita da Mian88    28 Aprile, 2016
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Alba Rosa, Eugenia e la loro Caporetto.

Maria Rosa Radice, napoletana di buona famiglia, pur di sfuggire a quella vita di malinconia e apatia caratterizzata dalle continue pressioni di una madre frivola ed interessata esclusivamente a combinare il suo matrimonio con un qualsiasi uomo, parte come infermiera volontaria per il Carso. Ed è qui che incontra Eugenia Alferro, collega e compagna di stanza della protagonista dai lineamenti duri, i capelli corvini ed il volto spigoloso, ma anche donna della quale Alba Rosa profondamente si innamorerà in questi giorni che hanno rappresentato la sua Caporetto.
Il romanzo è impostato come una lunga lettera che la napoletana indirizza all’amica del fronte, è una missiva in cui questa si apre come mai a quella persona con cui condivideva la cura dei feriti, dei morti scampati e dei deceduti di fatto della Grande Guerra, in cui le narra tutto quello che non ha mai avuto modo o semplicemente il coraggio di raccontare. Ed in questo narrare, rivive. Rivive i suoi primi giorni con i malati, i suoi primi tentativi di imparare, le difficoltà di condividere quel dolore troppo immenso da gestire fino a risultarne anestetizzati, il ripudio per quelle pratiche necessarie come le amputazioni o ancora l’odore fetido di quegli arti in gangrena, ma riassapora anche la presenza di Eugenia, con quei suoi modi rudi di affrontare la realtà senza mai rifiutarsi a (e da) questa, con la sua schiettezza e i suoi rimproveri.
Un testo che si sviluppa su un doppio binario, quello della Guerra, concentrando cioè l’attenzione su quelle infermiere volontarie che con grande coraggio e nonostante il pregiudizio dell’universo maschile che mal le vedeva all’interno di quegli ospedali di fortuna, mai si rifiutavano di prestare soccorso e cure ai reduci del conflitto, e quello dell’’amore, un sentimento che trova le sue radici in due donne che con il loro essere ed il loro agire si completano, si offrono l’una all’altra nella consapevolezza delle conseguenze che le aspettano se scoperte. E tanto questo è un sentimento autentico, tanto ha costanza nel tempo e nello spazio, tanto persiste a mantenersi incolume, a resistere. Per la benestante protagonista, l’esperienza sul fronte si paleserà essere la molla del cambiamento, una volta tornata a casa e nonostante la crudezza degli eventi, deciderà di essere l’eccezione e non la regola, troverà la forza di intraprendere quel cammino atto a renderla una donna diversa.
Un elaborato rapido, diretto, che si conclude nell’arco di una giornata, non certo un capolavoro ma sicuramente capace di indurre alla riflessione.

«Che il dolore prima o poi ti piomba addosso e ti fa ruzzolare o ti paralizza come una valanga, ma l’importante viene dopo. Dopo, a poco a poco si scava una strada dentro di te, e va nel suo paese che sta in ognuno di noi, il paese del dolore, scatena un terremoto, e tutti gli altri dolori sussultano e precipitano. Poi, passato il terremoto, c’è un nuovo elemento nel paesaggio, una nuova montagna, un nuovo fiume, e sta lì, sta lì per sempre con te. Cioè, ora con me. Quella montagna, quel fiume ora sei tu.»

«Tutto è ieri, ormai. La guerra è un sipario, ricordi? Molti avranno monumenti dopo questa guerra, lo avrai anche tu. Il tuo monumento sono io. »

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Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
a chi ama i romanzi sulle donne e sulla storia
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L'ultima citazione è molto bella, Mian.
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