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Cristo si è fermato ad Eboli
 
Cristo si è fermato ad Eboli 2016-02-01 17:13:05 Belmi
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
Belmi Opinione inserita da Belmi    01 Febbraio, 2016
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Il Sud raccontato da uno del Nord.

”- Noi non siamo cristiani, - essi dicono, - Cristo si è fermato a Eboli -…Le stagioni scorrono sulla fatica contadina, oggi come tremila anni prima di Cristo: nessun messaggio umano o divino si è rivolto a questa povertà refrattaria”.

Così comincia il romanzo che Carlo Levi scrisse sulla sua esperienza da confinato. Durante il periodo fascista fu spedito in un piccolo paesino della Lucania. Lui, pittore, scrittore e medico, dalla sua Torino, si ritrovò prima a Grassano e poi nell’ancora più sperduto paesino di Gagliano. Un paese in cui gli abitanti si raccontano così: "C'è la grandine, le frane, la siccità, la malaria, e c'è lo Stato. Sono dei mali inevitabili, ci sono sempre stati e ci saranno per sempre. Ci fanno ammazzare le capre, ci portano via i mobili di casa, e adesso ci manderanno a fare la guerra."

Un luogo in cui la vita segue le tradizioni, tradizioni che non permettono a una donna di andare da sola in casa di un uomo e che per la morte dei cari gli fa portare il lutto per anni; tradizioni che vedono lo spazio di un letto diviso in tre strati ("per terra le bestie, sul letto gli uomini, e nell'aria i lattanti") e che oltre alle streghe crede anche che un ritratto sottragga qualcosa alla persona ritratta.

Carlo Levi ci porta in Lucania, un territorio per me molto importante perché le mie origini paterne vengono proprio da li. Levi ci fa conoscere gli usi e la cultura del mondo contadino. Con le sue musiche, le sue fissazioni, i suoi pettegolezzi e l'amore per i propri cari e l'odio per i nemici, l'emigrazione verso l'America e le sensazioni che la guerra porta.

Uno spaccato di vita contadina che ci fa anche male per l'arretratezza e le manchevolezze che ci sono state "Finché gli affari del nostro paese, la nostra vita e la nostra morte, saranno in mano a quelli di Roma, saremo dunque sempre come bestie".

Un romanzo vero, vissuto e soprattutto lento, come la lentezza dello scorrere del tempo per il nostro protagonista.

Un libro che consiglio e che non lascia indifferenti e che ci fa conoscere uno stile di vita molto diverso dal nostro ma anche di quello di molte persone del 1935. Il Sud raccontato e vissuto da uno del Nord.

Buona lettura!

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Commenti

4 risultati - visualizzati 1 - 4
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Complimenti per il bel commento e per la scelta di lettura.
E' un libro bellissimo, di grande capacità evocativa. Per chi ancora non l'avesse letto : imperdibile!
In risposta ad un precedente commento
Belmi
02 Febbraio, 2016
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Grazie Emilio, è un libro che ho davvero apprezzato e anch'io lo consiglio!
Bella proposta di lettura: letto a sedici anni e mai dimenticato!
In risposta ad un precedente commento
Belmi
03 Febbraio, 2016
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Grazie Cristina!
4 risultati - visualizzati 1 - 4

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