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LA MONTAGNA DI FUOCO
Appena ho saputo che Vesuvius era stato scritto da una ricercatrice ed archeologa, non ho avuto più dubbi, questo era il mio libro.
Leggendo il libro, sembra quasi di assistere alla cronaca di una tragedia annunciata, un pò come succede ai giorni nostri, ma prontamente ignorata. Con l’attenuante però che all’epoca non c’erano certo gli strumenti e la conoscenza che abbiamo oggi per prevenire questo tipo di tragedie.
Il libro parte dalla fine, e cioè dall’eruzione del Vesuvio avvenuta nel 79 d.c, per poi ritornare indietro di quindi anni e raccontare le vicende antecedenti a questo spaventoso avvenimento.
Per farci entrare nell’atmosfera che si respirata nei vicoli di Pompei e di Roma, l’autrice ci farà conoscere un serie di personaggi con i quali imbastirà una storia fatta di invidie e tradimenti coniugali che ci faranno avvicinare gradualmente alla fatidica giornata dell’eruzione.
La storia raccontata non è di quelle che tengono il lettore con il fiato sospeso, ma comunque l’ho trovata molto interessante in quanto allacciata anche alle vicende degli imperatori del periodo (Nerone, Vespasiano e Tito). La cosa che mi ha colpito maggiormente è il fatto che la popolazione considerava il Vesuvio non come un vulcano, ma come una normale montagna molto fertile e produttiva . I terremoti che interessarono la zona, non erano in alcun modo collegati alla montagna di fuoco, ma alla volontà degli Dei. All’epoca si considerava invece come vulcano l’Etna.
La vita di tutti i giorni è raccontata molto bene e traspare nettamente la piena conoscenza dell’autrice dei temi trattati, con il risultato, non da poco, di aver l’impressione di passeggiare fra i vicoli delle lussuose case di Pompei e di partecipare ai numerosi banchetti a fianco dei protagonisti.
Grazie a questo libro posso dire di aver appreso nuove nozioni, che diversamente non avrei avuto modo di conoscere ed è proprio quello che cercavo in questo libro.