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LIBERA DI ESSERE NUDA AL MONDO
Santa Chiara di Assisi è una delle sante più popolari un po' perché sempre affiancata all'amatissimo e famosissimo San Francesco, un po' perché anche lei, come il santo di Assisi, si è “spogliata” di tutte le sue ricchezze per abbracciare una vita di povertà e di preghiera... non dimentichiamo che Chiara è la fondatrice di un “ordine” quello delle Clarisse che sono monache di clausura, che rifiutano la vita comune come la intendiamo noi per dedicare tutta la loro esistenza alla preghiera, senza mezze misure.
Biografie sulla santa ce ne sono a bizzeffe, questo romanzo (se poi è un romanzo) della Maraini punta l'attenzione su un altro aspetto: quello della disobbedienza.
Chiara per il tempo disobbedisce a tante regole, in primis le regole dettate dagli uomini.
Uomini intesi come genere.
Bisogna rammentare che nel medioevo le donne non avevano nessun diritto ed erano considerate alla stregua dei bambini: senza capacità giuridiche, senza capacità di scelte consapevoli, senza nessuna “intelligenza” e con un handicap in più rispetto ai bambini: i bambini sono puri, le donne (ma anche le bambine) erano esseri immondi, colpevoli del peccato originale di Adamo, tentatrici, interlocutrici dirette del diavolo, impure, una sorta di mostri.
Queste tesi sono avvalorate dagli scritti di tanti santi riportati dalla scrittrice. Tesi francamente agghiaccianti (come se questi santi non avessero avuto perlomeno una madre!!).
“Se gli uomini potessero vedere quel che si nasconde sotto la (loro) pelle, la viste delle donne causerebbe loro solo il vomito. Se rifiutiamo di toccare lo sterco anche con la punta delle dita, come possiamo desiderare di abbracciare una donna, creatura di sterco?” Oddone di Cluny.
“Ogni donna dovrebbe camminare come Eva nel lutto e nella penitenza, di modo che con la veste della penitenza essa possa espiare pienamente ciò che le deriva da Eva, l'ignominia, io dico, del primo peccato e l'odio insito in lei, causa dell'umana perdizione”
“Non sai che ti sei Eva? La condanna di Dio verso il tuo sesso permane ancora oggi: la tua colpa rimane tutt'oggi. Tu sei la porta del Demonio! Tu hai mangiato dell'albero proibito! Tu per prima hai disobbedito alla legge divina! Tu hai convinto Adamo, perchè il Demonio non era coraggioso abbastanza per attaccarlo! A causa di ciò che hai fatto, il Figlio di Dio è dovuto morire!” Tertulliano
Non è il caso che io continui, e non commento neppure il tenore di quanto sostenevano questi eminenti religiosi.
Nel medioevo quindi la donna non poteva che obbedire, prima ad un padre, poi ad un marito oppure farsi monaca, la scelta di farsi monaca in effetti, conoscendo la cultura fortemente misogina del tempo a mio parere è capibile.
Con il matrimonio si doveva obbedire in tutto al marito, essere obbligate a soddifarlo quando lui voleva, essere obbligate a procreare circa una volta all'anno (difatti anche qui, l'unico atto sessuale tollerato era quello per procreare, un atto ritenuto purtroppo inevitabile per mantenere la specie...solo per questo era tollerato e solo per questo il matrimonio era concepibile).
Farsi monaca era già disobbedire.
Farsi monaca rinunciando a qualsiasi proprietà o lusso era disobbedire ancora di più.
Come ha fatto Chiara, come ha fatto Francesco.
Hanno rinunciato a tutto, hanno predicato che i religiosi debbano essere poveri (pensiero molto sovversivo anche oggi) e vivere solo di quanto strettamente necessario, e non possedere nulla.
Regola che viene approvata da Papa solo quando ormai Chiara è in punto di morte, regola che viene ribaltata a favore della Chiesa pochi giorni dopo obbligando i conventi ad avere di quanto sostentarsi senza chiedere aiuto a Roma...cosa che Chiara non voleva...per Chiara lei e le sue monache di San Damiano non possedevano nemmeno il loro letto, non possedevano nemmeno i topi che infestavano il convento, nemmeno i gatti per cacciarli.
Non dovevano possedere nulla, dovevano essere libere di essere nude al mondo.
Un concetto molto sovversivo anche oggi, forse soprattutto oggi.
Ma non vorrei dilungarmi troppo, questo libro è un concentrato di tante cose, di tante informazioni, uno studio sui principi della regola di Chiara, sulla sua vita ma senza scadere in aneddoti romanzeschi, si analizza criticamente la scelta della santa di essere povera e monaca di clausura.
La Maraini per iniziare parlare di Chiara usa un espediente (cosa piuttosto tipica in letteratura) cioè la lettera di una fantomatica ragazza siciliana (Chiara, appunto) che le chiede di scrivere un romanzo su Chiara. Insiste, la incalza e sparisce per poi tornare a fine del volume riferendo di una decisione piuttosto scontata...
Il romanzo parte come epistolare (tra Chiara e la scrittrice), diventa diario e poi torna all'epistolare, una tecnica che aiuta molto la lettura che si sviluppa quindi per brevi capitoli.
La lettura è veloce e semplice se escludiamo alcune parti di riflessione un po' troppo teologica ma non vi aspettate un romanzo “gossipparo” il rapporto con Francesco è solo vagamente accennato, la sua vita non è approfondita se non in merito alla sua scelta di povertà, di clausura e alla sua malattia.
La vita del convento è raccontata a grandissime linee, questo romanzo più che informare sulla santa da degli spunti di riflessione.
Sicuramente sarebbe meglio, prima di leggerlo, farsi una certa cultura sulla vita di questa donna.
Mi è piaciuto?
Mediamente sì, anche se mi aspettavo tutt'altro, anche se l'epilogo della Chiara siciliana è molto prevedibile, sicuramente offre spunti di riflessione, riflessione di un laico, capiamoci, che se (forse) non crede, comunque si interroga su alcuni fatti storici.
Stupenda invece l'immagine di copertina, molto evocativa.
Lo consiglio ad un pubblico adulto e se vi interessa il tema, diversamente forse lo trovereste un po' pesante.
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