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800 pagine e non sentirle
Un romanzo corposo ma scorrevole, “L'armata dei sonnambuli” è caratterizzato da uno stile (più stili in realtà) fresco e accattivante, anche se non è propriamente un cosiddetto page-turner (letteralmente “giratore di pagine”, cioè un libro talmente avvincente da spingerti a continuare a leggerlo senza fermarti).
L'idea di base del romanzo, quella di rivisitare la rivoluzione francese seguendo delle tracce pseudo-storiche e sconfinanti nell'urban fantasy, non è particolarmente originale, però è ben sostenuta durante tutto il romanzo, facendo incuriosire il lettore.
La ridda di personaggi storici presentati, talvolta con personalità o vissuti al limite dell'incredibile, porta spesso a cercarne le biografie online, ricerca che permette di gustare appieno l'abilità dei Wu Ming nell'incastrare una serie di dati ed avvenimenti storici, riarrangiandoli in un romanzo certamente storico ma con una vocazione fantastica e umoristica.
Grattando un po'sotto la superficie di originalità e freschezza si notano una serie di tòpoi letterari per la verità piuttosto scontati e ampiamente rodati, ma proprio per questo sempre efficaci.
Non ci si può quindi aspettare una grande opera innovativa e rivoluzionaria, ma sicuramente è qualcosa di più di un “semplice” bel libro, riuscendo a fornire spunti di riflessione e di ricerca interessanti e ben presentati.