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L'affaire du Sacre Coeur
Ci sono tre carabinieri: uno sardo, uno siciliano e uno bergamasco. Non è l'inizio di una barzelletta ma il via della storia che ci svelerà chi sia la signorina Tecla Manzi e quali siano i suoi “affaire” con la regia caserma di Bellano intorno agli anni trenta in un'Italia in pieno fascismo.
La signorina Tecla ,“secca da far paura e non più alta di un metro e cinquanta, [...] aveva un leggero tremito del capo e il vezzo di contrarre a intervalli regolari le ali del naso, dopodiché emetteva uno sbuffo, rumoroso e singolare”. Si presenta in caserma per denunciare la scomparsa di un cuore, non uno a caso quello sacro, quello di nostro Signore, lasciando interdetto il brigadiere che raccoglie la denuncia. Da qui, ciò che a primo avviso può sembrare la fissazione di “una zitella per vocazione e per destino” diviene il capro espiatorio di una sequela di crimini che passano attraverso tombe profanate, casi di usura, bancari corrotti, fratelli scomparsi e poi riapparsi coinvolgendo molti abitanti del paesello.
Trama gialla e commedia s'intrecciano sulle rive del lago di Como, attraverso lo stile stringato e ironico di Vitali. Capitoli brevi, frasi secche e veloci descrivono un'Italia provinciale e i personaggi che l'hanno caratterizzata. Il volto di una nazione ormai scomparso, che passava attraverso la compassione e la misericordia senza negare spazio a un pizzico di maldicenza e di credulità. Sentimenti di uomini e donne comuni ma non banali, che pur non dicendo niente hanno molto da raccontare.
Un lettura rapida come scene da fiction, con rapidi cambi d'inquadratura dove i collegamenti sono lasciati al lettore e alla sua fantasia. Un romanzo semplice senza troppi significati nascosti, storie da bar e intrighi da dietro le persiane dove ognuno crede di conoscere la verità, che portano con se un buon sapore di fresco.
Consigliato!
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