Dettagli Recensione
Terre selvagge
Vassalli è un autore che ama il passato e di cui ama raccontare storie e personaggi.
Il suo ultimo romanzo ricostruisce uno spaccato di storia lontana e caduta nelle nebbie dell'oblio, ossia la sanguinosa guerra tra Romani e Cimbri ed il conseguente annientamento di questa popolazione nordica.
Il terreno che vede scorrere il sangue di migliaia di uomini è situato nell'odierno Piemonte ai piedi di quella che veniva definita la grande montagna, il monte Rosa.
Precisa ed intensa la descrizione dei territori che ci fornisce Vassalli, definendole vere e proprie terre selvagge, popolate da un'infinita varietà di fauna e invasa da una flora rigogliosa, occupata da piccoli insediamenti di galli già sottomessi dai dominatori romani.
Insomma una regione di estremo confine, per lo più inospitale per i rigori dell'inverno e per l'afa asfissiante estiva, eppure luogo conteso in un lungo braccio di ferro tra due popoli che non intendono rinunciare al possesso.
I Cimbri sono gli stranieri, biondi, alti, devoti a strane divinità, parlano un idioma oscuro e bevono una bevanda di luppolo fermentato anziché il vino.
I Romani insediano e attaccano, la popolazione nordica va spazzata via, sulle terre selvagge si deve posare la lingua di Roma, la sua cultura, i suoi dei, i suoi costumi.
Il racconto di Vassalli è abbastanza minuzioso, ricostruendo in maniera convincente uno spaccato di storia lontanissimo di cui si sono persi per strada i particolari. Le citazioni dei classici come fonti dell'epoca donano spessore storico e veridicità.
La penna del narratore sicuramente colora molti spazi vuoti ma lo fa con cognizione e discrezione, in particolare si concentra sui personaggi che attraversano questa storia amara, disegnandoli con cura e facendone portavoci di bisogni, di sentimenti, di dolore.
Buono lo spessore umano che abita queste pagine, in quanto alle descrizioni di luoghi e battaglie, è abbinata l'analisi dell'essere umano, da più punti di vista, quello del vincitore e quello dello sconfitto.
Stilisticamente è un Vassalli che si discosta dalle sue opere precedenti, si concede largamente ad un tono didascalico, accostandosi ad un lavoro dal sapore saggistico, tuttavia rimane apprezzabile il valore del contenuto elaborato e l'intento di riscrivere una pagina del passato che parla di uomini, di cuore, di lacrime.
Vassalli concede ad ogni tipologia di lettore la possibilità di seguirlo in un salto temporale: correva l'anno 101 a.c. e si profilava la battaglia dei Campi Raudii.
Buona lettura
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Commenti
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Questo ultimo lavoro si stacca stilisticamente dai precedenti, ma è interessante senza dubbio.
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Di Vassalli ho letto solamente "Dux", sulla vecchiaia di Casanova. E' un bel libro, ma forse non molto rappresentativo dell'autore. Anche "Terre selvagge" mi sembra molto particolare. Probabilmente deve trattarsi di uno scrittore che ama esplorare vie nuove.