Dettagli Recensione
Un nome, un destino
Thriller storico che ti catapulta nella Genova del 1600. La protagonista è indubbiamente lei, Pietra, una giovane donna molto forte e molto intelligente, che però non mi ha affascinato come mi sarei aspettata. Pietra è una donna che preferirebbe essere un’ombra, un fantasma che passa senza essere visto, un refolo senza consistenza. Ma il destino le ha dato un nome forte, forte deve essere, forte diventa. Nasconde la propria intelligenza perché capisce che il mondo accetta di più la magia inspiegabile di un bastoncino che non l’intelletto femminile, pertanto finge di essere una rabdomante, tema ricorrente nella storia, camuffando quindi il proprio intuito e la propria capacità di ascolto e di osservazione. Non amando molto i romanzi storici, la lettura non è stata certo fra le mie preferite. Ho apprezzato la storia ed il modo in cui si arriva alla scoperta dell’assassino, che ha un bisogno di vendetta inasprito dal rimorso. La figura femminile di Petra, così centrale, poteva, a mio parere, essere meglio tratteggiata e poi il mantra che è anche il titolo del libro è stato forse un po’ troppo abusato.