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Inseguendo un'ombra
 
Inseguendo un'ombra 2014-05-30 12:26:06 lamoreconta
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Stile 
 
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Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
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lamoreconta Opinione inserita da lamoreconta    30 Mag, 2014
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Il "romanzo storico" secondo Camilleri

Nell’estate del 1980 Andrea Camilleri sfoglia per caso il catalogo di una mostra fotografica del suo amico pittore Arturo Carmassi. La prefazione al volume, del 1972, è firmata da Leonardo Sciascia, il quale incentra il proprio commento sul profilo di un personaggio storico realmente vissuto nella Sicilia di fine ‘400: Flavio Mitridate, famoso precettore del filosofo umanista Giovanni Pico della Mirandola. Pare che Mitridate fosse in realtà un siciliano, nato a Caltabellotta sotto il nome di Samuel ben Nassim Abul Farag, da una famiglia ebrea e poi convertitosi alla fede cristiana col nome di Guglielmo Raimondo Moncada.
Andrea Camilleri rimane colpito dalla figura di questo personaggio storico tanto da serbarne il ricordo per anni e mettersi alla ricerca delle flebili tracce da lui lasciate nel corso della storia. Nasce così “inseguendo un’ombra”, un romanzo che è al tempo stesso inchiesta, biografia e romanzo storico, per dirla alla “Manzoni”, dove sullo sfondo basato sulla documentazione storico si muovono personaggi che se storici non sono, potrebbero ben esserlo.
Seguiamo così, capitolo dopo capitolo le vicende di un personaggio camaleontico: Samuel l’ebreo, nato e cresciuto nella giudecca di Caltabellotta, che si converte al cristianesimo, diventa padre Guglielmo, studia profondamente la dottrina fino a diventare un veemente predicatore antisemita, poi scappa in Germania, diventa Flavio Mitridate, umanista, traduttore di testi sacri e precettore di Pico della Mirandola, e infine muore nelle carceri dello Stato Pontificio.
Il nuovo testo di Camilleri è forse meno avvincente di tanti altri suoi libri, forse per la struttura in capitoli chiusi, ciascuno dedicato ad una delle diverse “vite” di Samuel, forse per la forte vena di ricerca storica. Ma la curiosità del lettore è stimolata fino alla fine proprio dalla complessità del personaggio, dal suo continuo mutare senza svelare mai la sua vera essenza, dal contesto rinascimentale fatto di intrighi, delitti, inquisizione, nepotismo, sodomia, ma anche e soprattutto di sottili capacità dialettiche per difendere le proprie posizioni di potere.
Camilleri autore-narratore appare e scompare tra le pagine del romanzo, inseguendo l’ombra del suo personaggio, ma anche il progetto di un romanzo storico che, ammette lui stesso, non scriverà mai.

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