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I tre inverni della paura
2008-12-26 19:27:37
andreacurioso
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Opinione inserita da andreacurioso 26 Dicembre, 2008
ottimo per ricordare
un libro che non stanca, un libro che serve per capire un'epoca tragica ma ancora presente, nonostante gli sforzi che si facciano per dimenticarla
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I miei nonni (nati nel 1900 e 1910) vivevano a Ciano poi a S.Polo D'Enza e hanno vissuto in prima persona gli eventi narrati.
Dai loro racconti, molto parchi e ancora spaventati, si evinceva il clima di incertezza, terrore evidenziati dal libro.
Un linguaggio semplice, immediato, diretto per evidenziare una faccia di una realta di cui quasi mai si è voluto parlare.
Forse bisogna che i giovani conoscano anche questo lato della medaglia, senza togliere valore e importanza al ruolo svolto dai partigani.
Dai loro racconti, molto parchi e ancora spaventati, si evinceva il clima di incertezza, terrore evidenziati dal libro.
Un linguaggio semplice, immediato, diretto per evidenziare una faccia di una realta di cui quasi mai si è voluto parlare.
Forse bisogna che i giovani conoscano anche questo lato della medaglia, senza togliere valore e importanza al ruolo svolto dai partigani.
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Sia pure da piccola, ho vissuto in tutte le sue contraddizioni e la cerazioni - e lo ha vissuto la mia famiglia- quel momento storico tragico.
uando eravamo sfollati , in un casolare vicino alla mia città ho sentito , impaurita, risuonare da vicino fucilate contro giovani delle opposte parti in lotta .
Bisogna avere il coraggio di ricordare e di ricostruire quanto è realmente avvenuto in quegli anni , ma senza paraocchi ideologici ,con facili assoluzioni e altrettanto facili condanne pregiudiziali di qualsiasi tipo.
Che la ragione stesse dalla parte dei partigiani è fuori discussione .
Che fossero tutti, ma proprio tutti martiri ed eroi ,non è credibile.
Il giudizio della storia è stato , è - e non può essere che così- naturalmente a favore di chi ha combattuto nelle file della Resistenza.
Ma la morte , come diceva Totò , in una sua bellissima poesia,è la "livella".
Si puo dunque avere oggi un filo di pietà anche per chi ha combattuto ed è morto scegliendo la parte sbagliata , fermo restando che sbagliata era e sbagliata resta.