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Un enigmatico personaggio del XV secolo
Non si può definire un romanzo storico. E’ piuttosto una ricerca appassionata e minuziosa nel tentativo di ricostruire la vita di un personaggio del quindicesimo secolo, basandosi su dati oggettivi, su alcune biografie (Giulio Busi, 2010) e su ricerche di Leonardo Sciascia tratte da “La faccia ferina dell’Umanesimo” (1972) ed ampiamente citate dall’Autore. Il personaggio di cui vengono inseguite le tracce è un ebreo convertito, coltissimo, dotato di un’intelligenza acuta e di capacità dialettiche fuori dal comune. E’ capace anche di gravi infamità, sino al delitto ( un secondo delitto!) che lo perderà definitivamente. La sua vita, che Camilleri insegue tentando di reggerne le fila scompaginate da una brama smisurata di potere e da una voglia tenace di assimilare sapere e conoscenze, è divisa in tre parti essenziali . Il protagonista è dapprima Samuel figlio di Nissim, ebreo confinato nel ghetto di Caltabellotta in Sicilia, ragazzo vivacissimo e bramoso di apprendere (già conosce, oltre all’ebraico, il greco, il latino, il caldeo e l’aramaico!), dotato di un’oratoria brillante : si converte per convenienza al cristianesimo, diventa persecutore di ebrei, assume il nome del suo protettore Guglielmo Raimondo Moncada ed inizia a peregrinare per la penisola piegando tutti alla sua oratoria e facendosi maestro di letteratura cabbalistica. Tutti lo temono, religiosi e non, per le sue straordinarie capacità di argomentare e controbattere. Ed infine eccolo come Flavio Mitridate, segretario ed uomo di fiducia dell’umanista Giovanni Pico della Mirandola : qui la sua vita si fa più tumultuosa, fino al furto di preziosi volumi del suo mecenate e ad un fatto delittuoso che lo porterà alla perdizione. La sua fine non è chiara : Improbabile che sia indotto a ritornare in Sicilia, nella sua terra, più verosimile il suo assassinio nel carcere ove è rinchiuso. Camilleri insegue effettivamente “un’ombra” : un personaggio dai tratti sfumati, camaleontico, sfuggente, un uomo determinato, dotato di conoscenze eccezionali in campo umanistico e teologico e nel contempo di un’intelligenza perversa, capace di atteggiamenti crudeli e spietati. Nel merito bene fa Camilleri a citare ripetutamente Sciascia, che parla di “faccia ferina”dell’Umanesimo, e che, inseguendo anche lui l’enigmatica figura di Samuel,alias Raimondo Moncada, alias Flavio Mitridate, ha ispirato l’Autore e l’ha indotto ad approfondire le ricerche su un personaggio sfuggente sì, ma emblematicamente rappresentativo di un’epoca contradditoria e dai mille chiaroscuri.