Dettagli Recensione
L’Orto di Guerra
Questo romanzo che ho appena terminato che cosa mi ha lasciato?
Purtroppo niente, per esserne certa l’ho anche letto due volte, ma il risultato è sempre lo stesso, non mi è proprio piaciuto.
La storia narrata è opera della fantasia dell’autore, è ambientata in Valle Camonica e si sa che siamo negli anni della Seconda Guerra Mondiale.
Le descrizioni sono povere e molte volte fanno perdere interesse al lettore, almeno nel mio caso è stato così.
Il libro è diviso in brevi capitoli, ma molto spesso danno quasi l’idea che ognuno di essi descriva una storia diversa da quello di prima, non danno continuità al romanzo perché non sono ben collegati e tutto ciò fa ingarbugliare ancor di più le idee al lettore.
Lo stile di scrittura è semplice e fortunatamente non ho trovato errori grammaticali.
Passiamo alla trama del libro.
Come dicevo prima la storia si svolge durante la Seconda Guerra Mondiale, più precisamente nel 1943 in Valle Camonica.
In questo periodo era nato l’Orto di Guerra detto anche Orto Fascista, una piccola area pubblica che veniva affidata e curata dalla popolazione del luogo.
In questo periodo l’occupazione tedesca aveva raggiunto anche questi luoghi e molti abitanti stufi di veder girare nel loro paese i “dannati tedeschi” avevano deciso di progettare un attentato verso di loro che però non andrà a finire come si era pensato.
Tutto ciò farà scatenare un bel pandemonio, nel quale entrerà a far parte anche un prete poco fedele ai sacramenti ed una donna bella, ma turlupinata da molte persone.
Che altro dire?
Ho notato molto spesso che l’autore per “allungare il brodo” ha inserito storie che non interessavano molto la trama principale, probabilmente, anzi quasi sicuramente, tutto ciò ha fatto perdere bellezza al libro.
Io sono molto appassionata di libri ambientati negli anni della Prima o della Seconda Guerra Mondiale, ma questa mi ha veramente deluso.
Mi dispiace per l’autore, ma vi auguro una buona lettura incentrata su altri romanzi di questo genere.
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Commenti
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Complimenti che caparbieta' !
Peccato .
Poi mi è arrivata la doccia fredda. Tradotta in parole povere quello che è stato scritto è che il mio romanzo è poco più di una schifezza ed io un incapace.
Prendo ed incasso.
Ma allora sono incapaci anche tutti quelli che hanno scritto recensioni positive, che mi hanno invitato a trasmissioni televisive, che hanno organizzato feste per me?
Una seconda domandina facile, facile.
Ma Nadiedza non aveva cose più interessanti da fare che leggere per una seconda volta tutto (!) il libro che già non le era piaciuto?
Tanti auguri a tutti di un felice Anno Nuovo.
Con i più cordiali saluti
Ernesto Masina
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Va bene così, Nadia, non ti preoccupare.
Cordiali saluti.
Gin.