Dettagli Recensione
Top 1000 Opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
Una lettura spensierata.... forse anche troppo
Il mercante di libri maledetti narra la storia di un venditore ambulante di reliquie indotto da un misterioso e sfuggente amico a cercare il cosiddetto libro degli angeli, che si sussurra possa conferire poteri straordinari. Ad accompagnarlo il fedelissimo guerriero francese Willalme, dal passato oscuro e un giovane brillante ragazzino, Uberto. La vicenda si svolge in Italia, Francia e Spagna, nel medioevo, tra villaggi polverosi, monasteri e città caotiche. A movimentare il racconto, la presenza di una violenta setta di fanatici, sempre all’inseguimento dei tre, e disposti ad ottenere il libro ad ogni costo.
La copertina del romanzo recava una serie di elogi strabilianti, che arrivavano a definire l’autore “il nuovo Umberto Eco”. Mi sono sembrati subito fuori luogo e spropositati. Io da grande superficiale giudico quasi sempre il libro dalla copertina. Penso che se un’opera sia grande e seria al punto giusto non abbia bisogno e non ritenga corretto servirsi di questi strumenti un pochino furbi.
Il Mercante di libri maledetti si legge in modo scorrevole e leggero. Forse anche troppo. Ho letto il romanzo in una settimana di fuoco, con tre grossi esami sulle spalle, senza il minimo sforzo mentale. Questo può significare solo due cose: o lo scrittore è un nuovo genio del nostro tempo, di quelli capaci di sintetizzare contenuti di notevole spessore in una storia agevolissima…. Oppure il libro è decisamente troppo leggero, sotto ogni punto di vista. Propendo più per la seconda.
La storia non è brutta, ma secondo me banale. Sembra la copia mal riuscita dei romanzi di Dan Brown. I personaggi hanno i loro caratteri, che vengono però enfatizzati all’eccesso, originando non persone vere, ma stereotipi. E’ difficile affezionarsi a loro e dunque al romanzo.
Ignazio de Toledo è il tipico intellettuale misterioso e eversivo, osserva il mondo dai suoi profondi occhi azzurrini. Un’idea carina se vogliamo, a cui l’autore non è riuscito a dare la giusta veridicità.
Segue Willalme, eroe forte e vigoroso, banale nel suo passato misterioso.
Il personaggio secondo me più ben riuscito e Uberto il giovanissimo della combriccola. Pur sforzandosi si riesce a percepire la fragilità della sua giovane età e tutti i suoi sogni.
Nel Mercante di libri maledetti sono presenti due cattivi di cui non posso rivelare il nome. Uno di questi, la cui posizione è potente e temibile non fa affatto paura e probabilmente dovrebbe.
Il romanzo è scritto sicuramente bene. Ho trovato piacevoli le descrizioni paesaggistiche. Però anche nella scrittura, ahimè, ho qualcosa da ridire. Nelle primissime pagine si percepiva lo sforzo dello scrittore, che in esse ha concentrato descrizioni poetiche e suggestive e quant’altro, come se dovesse riempire il vaso di pandora. Ha cesellato ogni particolare. Poche pagine dopo, quasi come un palloncino sgonfiato, il tutto si è abbassato di tono. Lo stacco era troppo evidente. Non so voi, ma queste cose un lettore non le dovrebbe notare, è stato un errore un po’ da dilettanti.
DUNQUE COME CONCLUDERE? Non mi sento di dire che è un libro brutto. Semplicemente, dopo la lettura non ti da nulla: niente di buono né di cattivo. L’ho dimenticato davvero troppo in fretta.