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Il ribelle. Il romanzo di Roma
 
Il ribelle. Il romanzo di Roma 2013-07-24 12:09:59 calzina
Voto medio 
 
2.0
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
1.0
calzina Opinione inserita da calzina    24 Luglio, 2013
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LA SUPERFICIE DELLA FONDAZIONE

Che dire…questo romanzo non mi è piaciuto, tanto che non trovo nemmeno lo slancio giusto per descriverlo. Nonostante l’avvenimento della fondazione di Roma sia affascinante, questo romanzo non lo ha trattato nella maniera giusta perciò perdonatemi se non troverete il giusto sentimento in questa opinione perché di sentimenti questa lettura non me ne suscitati.
Il protagonista di questo romanzo è Larth, un valoroso cavaliere vissuto intorno al VIII secolo a.C.
Larth uccide la propria moglie sorpresa con l’amante ed è costretto a fuggire dalla propria città, Tarquinia, per evitare ritorsioni ai danni della propria madre e sorelle.
La sua fuga lo porterà fino ad un guado del fiume Tevere, dove viene assalito da alcuni banditi. Quei banditi non sono altro che pastori che governano le greggi di proprietà dei signori locali. I pastori ricevono ben poco per il loro lavoro e ravvedono nel furto l’unico mezzo per poter integrare il misero guadagno.
A capo di questa banda di banditi-pastori Larth conosce Remo, un giovane tutto muscoli e alquanto istintivo. Al suo fianco conosce Remolo, il gemello, che al contrario del fratello è molto più misurato e riflessivo.
Queste sono le basi fondamentali del romanzo che attraverso battaglie e diatribe intestine approderà alla fondazione della città di Roma.
Manca soprattutto lo spessore dei personaggi. La narrazione viene fatta passando da una fatto all’altro senza soffermarsi troppo accuratamente su niente e nessuno. E’ come se l’autrice avesse voluto narrare un’intera vicenda complessa cercando di farlo in maniera semplicistica. Questo però, a mio avviso, ha fatto si che i fatti siano narrati in modo superficiale, senza attribuire loro il giusto peso e importanza nella vicenda tanto che si fatica a distinguere quali siano i fatti salienti e quali quelli superficiali.
Ad esempio l’omicidio di Remo viene narrato in poche pagine e, nonostante Romolo sia descritto come una persona sensibile e riflessiva, poco o niente l’autrice si sofferma ad analizzare il suo stato d’animo.
Sicuramente all’epoca la sensibilità per l’omicidio di una donna era diversa. Così come lo era per lo stupro e la pedofilia. Ma questi temi delicati sono sfiorati in modo superficiale, dando il senso della pochezza attribuita a questi gesti e questo non lo apprezzo. A mio parere un romanzo moderno deve adeguarsi alla sensibilità odierna, facendola maggiormente stridere paragonandola a quella passata.
Non mi è piaciuto, non mi ha emozionato e nemmeno entusiasmato, per questo non posso consigliarvelo.
Se invece siete alla ricerca di un romanzo che vi illustri in modo semplice e superficiale come nacque la nostra capitale allora si, ve lo consiglio.
Vorrei confrontarmi con chi ha letto questo romanzo e gli è piaciuto per approfondire le mancanze che ho riscontrato in questa lettura.

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Commenti

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Brava Calzina, se non è da leggere non è da leggere!
Cioè... Quando i personaggi mancano di spessore come fai a fare quel salto indietro che ti permette di immedesimarti?
Sempre bravissima, ciao!
In risposta ad un precedente commento
calzina
26 Luglio, 2013
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Grazie mille Rondinella. In realtà mi spiace sempre bocciare un romanzo, a volte dietro la stesura di essi lo scrittore nasconde un lavoro immane, però non credo sarebbe giusto trovare questa scusante. Concordo con te in pieno, se un romanzo storico non porta ad immedesimarti nei personaggi allora pecca nella sua parte più importante.
Grazie ancora Rondinella :-)
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lucia ciciarelli
29 Luglio, 2013
Ultimo aggiornamento:
29 Luglio, 2013
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Mi sembra strano che Emma Pomilio venga bocciata così per un commento che, francamente, non capisco. Intanto per la maggior parte del commento ti sei dedicata al racconto del romanzo, cosa che, se pensi di scrivere una recensione, non fai mai, perchè la storia è scritta dietro la copertina e così rischi di non farti prendere sul serio a priori per chi ti legge. Per quanto riguarda le ultime 2 righe di commento che hai scritto, io ti posso dire che ho letto più di un libro di questa autrice e ti assicuro che lei si dedica molto a questo aspetto del romanzo (ti consiglierei a tal proposito IL SANGUE DEI FRATELLI e poi ne riparliamo) Comunque, ammesso e non concesso che questa sia la tua opinione, seppur superficiale, quando mai l'essenza di un romanzo storico è la parte romanzata che ti immedesima nel personaggio? La cosa più importante di questo genere è l'immedesimazione nel periodo storico, che risulta possibile solo da un'attenta descrizione degli ambienti, del modus vivendi dell'epoca ecc...cosa in cui l'autrice eccelle sopra ogni cosa, perciò prima di scrivere una recensione cerca di essere obiettiva!
In risposta ad un precedente commento
calzina
30 Luglio, 2013
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penso che prima di parlare di superficialità del commento dovresti tenere in considerazione ciò che ho scritto. questo romanzo per me è stato superficiale, e la mia analisi si è semplicemente attenuta a ciò che ho letto. Ho letto tantissimi romanzi storici, e mai come in questo ho trovato mancanza di spessore nella vicenda e nei personaggi. Un romanzo storico non è un saggio storico, per questo motivo la parte romanzata è quella che permette di immedesimarsi nella storia.
Non ci sono regole sulla stesura dell'opinione, io non ne ho trovate di scritte. Per quanto mi riguarda penso sia inutile parlare di un romanzo se prima non si descrive almeno un pò la trama e ti assicuro che come me fanno tanti altri qui su qlibri. Quello che faccio quando scrivo le mie opinioni su un libro è semplicemente consigliare o meno una lettura e motivarne il perchè. Nessun'altra pretesa, cosa che invece mi pare stai facendo tu con questo commento. Non puoi pretendere di bocciare una opinione solo perchè diversa dalla tua. A te questo libro è piaciuto a me no. Ti assicuro che sono contraria alla superficialità in ogni ambito, e se tu avessi preso in considerazione tutto quello che ho scritto avresti notato che mi dispiace dare una parere negativo ad un libro perchè comunque dietro ad un romanzo si cela sempre uno sforzo intellettuale. Se questo romanzo non mi è piaciuto non vuol dire che non lo rispetti; ci sono tante persone che al contrario di me hanno apprezzato questo romanzo, perciò a maggior ragione penso tu debba rispettare il mio parere, seppure contrario al tuo.
Penso il tuo commento sia un pò troppo polemico. Se la mia opinione non è ti è piaciuta non c'è problema, ma non credo sia giusto sindacare sulle sensazioni che un romanzo provoca su chi lo legge.
A questo punto non mi spiego nemmeno il tuo voto negativo: giudicare un commento utile non vuol dire che ti sia piaciuto. Se il mio commento ha suscitato in te un ragionamento vuol dire che è stato utile per farti ragionare. Forse hai dato tu un giudizio un pò troppo superficiale, essendosi fermato alla diversità di giudizio su questo romanzo.

Cara “calzina”, il confine fra critica e polemica è abbastanza sottile, e si differenzia dal fatto che nel primo caso, i commenti sono di tipo tecnico. Vorrei ricordarti che chiunque scrive su internet automaticamente si espone ad ogni genere di commento e soprattutto deve tener presente che l’utente medio che legge una recensione può essere un semplice amante della letteratura così come un esperto; io non mi ergo certo a tale livello, infatti trovo molto utile e grandioso che ci possano essere siti dove potermi fare un’idea su ciò che mi interessa leggere, oppure confrontarmi con le persone per ciò che ho già letto, perciò eccomi qui a puntualizzare le mie osservazioni quando vengo accusata di non rispettare un utente qlibri: anzitutto ci tengo a precisare che io porto rispetto per chiunque e per qualsiasi punto di vista, ma questo non vuol dire che non possa criticarne i modi. Gli studi classici che ho fatto, mi hanno insegnato prima di tutto la chiarezza nell’esposizione ogni volta che si scrive qualcosa e, personalmente, non capisco proprio il senso delle tue parole, unica ragione per cui non ho ritenuto utile la tua recensione, e ti spiego il perché:
1) dalle tue parole emerge un attaccamento maniacale allo “spessore del personaggio”, cosa che, in un romanzo storico, non credo sia la parte fondamentale del libro (è il mio parere, non è polemica). Questo è principalmente un romanzo d’azione nel quale la descrizione del personaggio emerge dal racconto dei vari avvenimenti;
2) a questo punto non capisco perché tiri fuori il saggio, che, per definizione, è un’ opera avente la caratteristica di essere breve e di avere carattere scientifico o divulgativo, perciò mal si adatta a questo contesto; sembra quasi un attacco personale all’autrice della quale tu sostieni, invece, di rispettarne il lavoro;
3) non capisco tanto accanimento su argomenti come la situazione della donna, la pedofilia ecc. tanto da prenderli come metro di giudizio negativo se sono solo fatti che fungono da cornice al periodo storico, cosa che l’autrice utilizza in tutti i suoi libri per farci capire il modus vivendi di quel tempo;
4)... romanzo moderno?!?! La bellezza di queste storie è proprio che noi possiamo confrontarci con quelle che erano le idee, le leggi, la società…la diversità del passato, capire da dove veniamo e constatare l’evoluzione! Allora un film girato oggi che parla dell’olocausto non dovrebbe far vedere come moriva la gente per non ferire la nostra sensibilità di oggi? Questa è l’essenza del romanzo storico, scusa ma….
Comunque l’utente che ha scritto la recensione n°6 è andato giù molto più pesantemente di te, ma io non posso certo criticare un giudizio simile, che si basa solo motivazioni soggettive…quella non è una recensione, e poi tu stessa chiedevi di confrontarti con chi il romanzo l’aveva già letto…
A conclusione, ti cito una frase di Voltaire a me cara, con la speranza che si possa chiarire il misunderstanding: “Non condivido le tue idee, ma darei la vita per far si che tu le possa sostenere." Saluti.
In risposta ad un precedente commento
calzina
06 Agosto, 2013
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noto dal tuo commento che sostanzialmente non vi è comprensione tra le nostre vedute e sulla visione e gusto di lettura. Trovo fondamentale il rispetto per i giudizi altrui e perciò, allo stesso modo, non trovo corretta la critica sui gusti letterari e sulla sensibiltà che ognuno di noi prova quando affronta una lettura.
Non potrò mai apprezzare lo scritto che decide di trattare con poco peso i temi della violenza, ancora più se questi sono utilizzati solo per incorniciare un pensiero. Non rientra nella mia sensibilità e mi dispiace nulla potrà farmi cambiare idea. La verità va narrata con spessore, la sola cruda violenza a me non serve a nulla.
Ripeto, non è assolutamente una critica alla scrittrice, ma questo romanzo A ME non è piaciuto per i motivi che ho elencato. Accetto il consiglio di leggere anche "il sangue dei fratelli", ma non credo sia giusto giudicare il mio parere un attacco al lavoro di questa autrice. Io ho giudicato questo libro, non la scrittrice perchè come hai scritto tu nel momento stesso in cui si producono scritti che si rendono publici si deve accettare anche la critica che ne può scaturire.
Con questo ti stringo simbolicamente la mano, sicura che nella diversità altrui si possa sempre trovare spunti riflessivi.
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