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LA SUPERFICIE DELLA FONDAZIONE
Che dire…questo romanzo non mi è piaciuto, tanto che non trovo nemmeno lo slancio giusto per descriverlo. Nonostante l’avvenimento della fondazione di Roma sia affascinante, questo romanzo non lo ha trattato nella maniera giusta perciò perdonatemi se non troverete il giusto sentimento in questa opinione perché di sentimenti questa lettura non me ne suscitati.
Il protagonista di questo romanzo è Larth, un valoroso cavaliere vissuto intorno al VIII secolo a.C.
Larth uccide la propria moglie sorpresa con l’amante ed è costretto a fuggire dalla propria città, Tarquinia, per evitare ritorsioni ai danni della propria madre e sorelle.
La sua fuga lo porterà fino ad un guado del fiume Tevere, dove viene assalito da alcuni banditi. Quei banditi non sono altro che pastori che governano le greggi di proprietà dei signori locali. I pastori ricevono ben poco per il loro lavoro e ravvedono nel furto l’unico mezzo per poter integrare il misero guadagno.
A capo di questa banda di banditi-pastori Larth conosce Remo, un giovane tutto muscoli e alquanto istintivo. Al suo fianco conosce Remolo, il gemello, che al contrario del fratello è molto più misurato e riflessivo.
Queste sono le basi fondamentali del romanzo che attraverso battaglie e diatribe intestine approderà alla fondazione della città di Roma.
Manca soprattutto lo spessore dei personaggi. La narrazione viene fatta passando da una fatto all’altro senza soffermarsi troppo accuratamente su niente e nessuno. E’ come se l’autrice avesse voluto narrare un’intera vicenda complessa cercando di farlo in maniera semplicistica. Questo però, a mio avviso, ha fatto si che i fatti siano narrati in modo superficiale, senza attribuire loro il giusto peso e importanza nella vicenda tanto che si fatica a distinguere quali siano i fatti salienti e quali quelli superficiali.
Ad esempio l’omicidio di Remo viene narrato in poche pagine e, nonostante Romolo sia descritto come una persona sensibile e riflessiva, poco o niente l’autrice si sofferma ad analizzare il suo stato d’animo.
Sicuramente all’epoca la sensibilità per l’omicidio di una donna era diversa. Così come lo era per lo stupro e la pedofilia. Ma questi temi delicati sono sfiorati in modo superficiale, dando il senso della pochezza attribuita a questi gesti e questo non lo apprezzo. A mio parere un romanzo moderno deve adeguarsi alla sensibilità odierna, facendola maggiormente stridere paragonandola a quella passata.
Non mi è piaciuto, non mi ha emozionato e nemmeno entusiasmato, per questo non posso consigliarvelo.
Se invece siete alla ricerca di un romanzo che vi illustri in modo semplice e superficiale come nacque la nostra capitale allora si, ve lo consiglio.
Vorrei confrontarmi con chi ha letto questo romanzo e gli è piaciuto per approfondire le mancanze che ho riscontrato in questa lettura.
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Commenti
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Grazie ancora Rondinella :-)
Non ci sono regole sulla stesura dell'opinione, io non ne ho trovate di scritte. Per quanto mi riguarda penso sia inutile parlare di un romanzo se prima non si descrive almeno un pò la trama e ti assicuro che come me fanno tanti altri qui su qlibri. Quello che faccio quando scrivo le mie opinioni su un libro è semplicemente consigliare o meno una lettura e motivarne il perchè. Nessun'altra pretesa, cosa che invece mi pare stai facendo tu con questo commento. Non puoi pretendere di bocciare una opinione solo perchè diversa dalla tua. A te questo libro è piaciuto a me no. Ti assicuro che sono contraria alla superficialità in ogni ambito, e se tu avessi preso in considerazione tutto quello che ho scritto avresti notato che mi dispiace dare una parere negativo ad un libro perchè comunque dietro ad un romanzo si cela sempre uno sforzo intellettuale. Se questo romanzo non mi è piaciuto non vuol dire che non lo rispetti; ci sono tante persone che al contrario di me hanno apprezzato questo romanzo, perciò a maggior ragione penso tu debba rispettare il mio parere, seppure contrario al tuo.
Penso il tuo commento sia un pò troppo polemico. Se la mia opinione non è ti è piaciuta non c'è problema, ma non credo sia giusto sindacare sulle sensazioni che un romanzo provoca su chi lo legge.
A questo punto non mi spiego nemmeno il tuo voto negativo: giudicare un commento utile non vuol dire che ti sia piaciuto. Se il mio commento ha suscitato in te un ragionamento vuol dire che è stato utile per farti ragionare. Forse hai dato tu un giudizio un pò troppo superficiale, essendosi fermato alla diversità di giudizio su questo romanzo.
1) dalle tue parole emerge un attaccamento maniacale allo “spessore del personaggio”, cosa che, in un romanzo storico, non credo sia la parte fondamentale del libro (è il mio parere, non è polemica). Questo è principalmente un romanzo d’azione nel quale la descrizione del personaggio emerge dal racconto dei vari avvenimenti;
2) a questo punto non capisco perché tiri fuori il saggio, che, per definizione, è un’ opera avente la caratteristica di essere breve e di avere carattere scientifico o divulgativo, perciò mal si adatta a questo contesto; sembra quasi un attacco personale all’autrice della quale tu sostieni, invece, di rispettarne il lavoro;
3) non capisco tanto accanimento su argomenti come la situazione della donna, la pedofilia ecc. tanto da prenderli come metro di giudizio negativo se sono solo fatti che fungono da cornice al periodo storico, cosa che l’autrice utilizza in tutti i suoi libri per farci capire il modus vivendi di quel tempo;
4)... romanzo moderno?!?! La bellezza di queste storie è proprio che noi possiamo confrontarci con quelle che erano le idee, le leggi, la società…la diversità del passato, capire da dove veniamo e constatare l’evoluzione! Allora un film girato oggi che parla dell’olocausto non dovrebbe far vedere come moriva la gente per non ferire la nostra sensibilità di oggi? Questa è l’essenza del romanzo storico, scusa ma….
Comunque l’utente che ha scritto la recensione n°6 è andato giù molto più pesantemente di te, ma io non posso certo criticare un giudizio simile, che si basa solo motivazioni soggettive…quella non è una recensione, e poi tu stessa chiedevi di confrontarti con chi il romanzo l’aveva già letto…
A conclusione, ti cito una frase di Voltaire a me cara, con la speranza che si possa chiarire il misunderstanding: “Non condivido le tue idee, ma darei la vita per far si che tu le possa sostenere." Saluti.
Non potrò mai apprezzare lo scritto che decide di trattare con poco peso i temi della violenza, ancora più se questi sono utilizzati solo per incorniciare un pensiero. Non rientra nella mia sensibilità e mi dispiace nulla potrà farmi cambiare idea. La verità va narrata con spessore, la sola cruda violenza a me non serve a nulla.
Ripeto, non è assolutamente una critica alla scrittrice, ma questo romanzo A ME non è piaciuto per i motivi che ho elencato. Accetto il consiglio di leggere anche "il sangue dei fratelli", ma non credo sia giusto giudicare il mio parere un attacco al lavoro di questa autrice. Io ho giudicato questo libro, non la scrittrice perchè come hai scritto tu nel momento stesso in cui si producono scritti che si rendono publici si deve accettare anche la critica che ne può scaturire.
Con questo ti stringo simbolicamente la mano, sicura che nella diversità altrui si possa sempre trovare spunti riflessivi.
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Cioè... Quando i personaggi mancano di spessore come fai a fare quel salto indietro che ti permette di immedesimarti?
Sempre bravissima, ciao!