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ULISSE SECONDO MANFREDI
Di Manfredi ho letto molti libri, questo devo dire che nel bene e nel male mi ha spiazzato. Dell'autore amo particolarmente i libri ambientati ai tempi dell'impero romano, che trovo sia il periodo perfetto per raccontare storie di grande amicizia guerriera e di potente avventura, argomenti nei quali Manfredi eccelle.
I Romanzi ambientati in altri periodi non li ho tutti, ma bene o male lo stile rimane quello (anche se in quelli ambientati oggi e di trama archeologica si fa più fluido) invece in "Il mio nome è nessuno" Manfredi sposta la solita partita su un altro campo.
La storia è quella che tutti conosciamo: L'Iliade. Raccontata mille volte, in mille modi, in mille stili. Manfredi decide di puntare tutti gli occhi sulla figura di Ulisse, vero e proprio personaggio chiave del poema, ma non racconta soltanto le imprese compiute durante la lunga guerra, aggiunge anche tutta una parte dedicata alla formazione del personaggio e devo dire che è la parte che più ho gradito. Mi è piaciuto vedere il rapporto fra Ulisse ed i suoi parenti, il modo in cui viene cresciuto e i valori che gli vengono trasmessi, un gradevole background per le avventure che vedremo in seguito. Buono anche il modo in cui Manfredi si sofferma sul rapporto con la Dea Atena. La gestione della guerra era la parte forse più difficile, perchè narrata già molte volte, ma Manfredi se la cava bene e adotta un punto di vista nuovo teso a rendere i personaggi meno eroi mitologici e più guerrieri fatti di carne e ossa.
La parte che ho digerito un pochino male è la narrazione in prima persona, abituato in una certa maniera dagli altri libri di Manfredi ho trovato inizialmente una certa difficoltà ad appassionarmi alla nuova voce, forse un po' meno ricca di quella dell'autore, che però alla fin fine ha dato quel tocco di realismo in più alla vicenda, umanizzandola ancora di più. Sono curioso di leggere il seguito, anche per scoprire come Manfredi si riallaccerà all'inizio del primo libro.