Dettagli Recensione
Insulso, e di una bruttezza imbarazzante
Chi scrive bene di questo libro o non ha mai letto un bel libro oppure è in mala fede. Se in Italia esistesse la meritocrazia vera (se non fosse solo una parola del vocabolario), solo un editore a pagamento lo avrebbe pubblicato. Tecnica? quale? Stile? vomitevole. Pathos? zero. Trama? risibile. Sembra uno di quei fantasy opera di quindicenni in cui i protagonisti girano da un posto all'altro tanto per riempire le pagine. E poi, qualche chicca: in questo "libro" i protagonisti non "dicono" (disse tizio) quasi mai ma soprattutto "proferiscono" (proferì tizio!), poi qualcuno dovrebbe spiegare all’autore che non è perché la storia è ambientata nel medioevo allora il narratore si deve esprimere allo stesso modo invece che in un italiano semplice e moderno... guarda che se scrivi semplicemente “carro” non ti arresta nessuno; i "cattivi", nel 1200 pare abbiano il rilevatore satellitare, e ovunque vadano i buoni (Italia, Francia, Spagna) manco un'oretta ed ecco che vengono ritrovati dai "cattivi”.
Dicevamo dello stile: “La notte si diluiva in un mattino grigio e senza luce”, va be’ ci può stare ogni tanto… poi “Il sorriso ambrato del mattino coloriva i tetti di Venezia”, uffa… “La luce dell’alba iniziava a insinuarsi nei sobborghi di Tolosa” qui va già meglio, ma “L’alba coronava i Pirenei con la sua luce dorata, metallo incandescente in procinto di liquefarsi e di colare sui pendii in budelli di fuoco” no comment… “Sebbene la luce pomeridiana indorasse ogni angolo della camera”, no comment… “La calura di fine agosto languiva dopo il tramonto” basta!, “La notte si dissolveva nel torpore di un cielo rosato”, mi fermo qui…
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