Dettagli Recensione
Sete di libertà, fratellanza, uguaglianza
“E' la consapevolezza che mi avevi dato: non libereremo mai i nostri spiriti, senza liberare i nostri corpi. E se non ci riusciremo, di questi corpi non sapremo che farcene: sono tempi in cui la miseria e la forca non sono poi tanto diverse. E allora vale la pena spezzare il giogo e accettare quanto il destino ci consegnerà alla fine. Combatteremo ancora. Di nuovo. O moriremo provandoci.”
Ecco ciò che ha ricercato per 30 anni il protagonista di quella poliedrico, pregnante, ammaliante opera che è Q.
31 ottobre 1517: alla porta della chiesa di una dimenticata cittadina sassone, Wittenberg, vengono affisse da un frate agostiniano 95 tesi contro la pratica dell' indulgenza scritte di suo pugno. Il suo nome è Martin Lutero.
25 Settembre 1555: ad Augusta viene siglata una pace tra principi luterani e l'imperatore cattolico Carlo V. Si afferma il principio del “Cuius regio eius religio” ( la religione del principe è quella dei suoi sudditi).
E in mezzo a queste 2 date? Le avventurose e drammatiche vicende di un eresiarca desideroso di sovvertire l'ordine di arretratezza, feudalesimo e vessazione dell'Europa cristiana. Il suo nome? Non me lo ricordo più. Ne ha avuti così tanti! Ludovico il Tedesco, Eloi, Tiziano... Io lo denominerò con quello che mi ha attratto di più: Gert dal Pozzo.
Studentello tedesco stanco delle inutili discussioni teologiche di Melantone, il giovane Gert diventa seguace e grande amico di un ardente profeta di nome Thomas Muntzer il quale ,d'accordo con le idee di Carlostadio, predica un comunismo evangelico e la legittimità della rivolta quando le leggi civili non seguono quelle delle sacre scritture. E con lui questo focoso studente guiderà i bracciati tedeschi in un vero e proprio terremoto sociale che passò alla storia come la guerra dei contadini, fino a Frankenhausen (1525) dove migliaia di rivoltosi furono massacrati dai rozzi mercenari dei principi filo-luterani. Il nostro Gert riesce a salvarsi, ma deve fuggire, cambiare nome e con sé porta i fantasmi dei suo compagni trucidati desiderosi di vendetta.
Tutto ciò segna solo l'inizio di un lungo viaggio per il continente europeo contraddistinto da numerosi tentativi di risorgere dalle ceneri contro lo strapotere di boriosi aristocratici, lascivi ecclesiastici e viscidi banchieri-usurai però molti di essi si concluderanno con massacri, stupri, razzie e sconfitte. Ma chi si cela dietro a tutte queste disfatte? Q...
I 5 autori sotto lo pseudonimo di Luther Blissett con un lavoro preciso, rigoroso e rispettoso degli avvenimenti storici, sono riusciti completamente a renderci il quadro politico,sociale,economico culturale della prima metà del XVI secolo- un'epoca di baraonda e tumulti e di imminente fine del mondo- con una vicenda avvincente e ben congegnata.
Tuttavia la lettura non è stata assolutamente leggera per l'impostazione che hanno dato i suoi autori. Infatti buona parte del libro è sotto forma di diario frammezzato però da numerosi inserti, quali l'Occhio del Carafa o il diario di Q che, aggiungendoci i numerosi personaggi e flashback, hanno creato più di una volta confusione e disorientamento. Inoltre si nota molto chiaramente come l'opera sia stata composta a “10 mani”: passiamo infatti da fluenti e carezzevoli descrizioni a frasi nominali, spesso composte di una sola parola e prive di connettivi. Ed è proprio tale stratificazione stilistica che ha costituto ( specialmente nella prima parte dell'opera) l'ostacolo fondamentale della lettura. Ma tutti gli sforzi compiuti sono stati proficui per la resa ricca e particolareggiata del periodo storico oggetto della narrazione la quale si trova raramente.
Q è un libro affascinante, illuminante e particolare che consiglio fortemente anche per comprendere appieno un periodo storico fitto di avvenimenti e innovazioni i quali hanno posto le basi del mondo moderno: il '500. Buona lettura.
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Commenti
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Quando leggo le rece di questo libro mi chiedo sempre se ci sia qualche legame col nostro network.
Q...sassone...Berlino...
Chissa' chissa'
Bravo Ale :-)
PS: vi consiglio caldamente il libro perché sa rendere in maniera non pedante e nemmeno noiosa un esaustivo e completo affresco della Riforma protestante e del concilio di Trento.
Pia
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