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Evelina e le fate
Tanto si è detto e si è scritto a proposito degli orrori della guerra che ha percorso e lacerato il nostro paese.
Simona Baldelli esordisce con un romanzo dal taglio singolare, dedicando una particolare attenzione al rapporto tra la guerra ed i bambini.
Tra le pieghe di queste pagine si materializza la piccola Evelina, una bimba di cinque anni figlia di una famiglia contadina, il cui casale diviene rifugio di numerosi sfollati in cerca di un luogo più sicuro rispetto alla città, bersaglio certo di incursione aeree e rastrellamenti.
La narrazione fluisce tutta attraverso gli occhi e la sensibiltà della piccola, incapace di capire fino in fondo la situazione attorno a lei, pur cogliendo segnali di disagio e di pericolo.
Evelina è piccola eppure è già grande, è spensierata eppure a tratti è preoccupata, avrebbe bisogno di tanto affetto e attenzioni, quelle stesse che in un momento di tale tragicità la famiglia non può donarle.
Un'infanzia rubata, segnata; un'infanzia che tanti bambini dell'epoca videro strappata.
In guerra non c'è spazio per le coccole, gli abbracci, il giogo; ecco che la nostra piccola protagonista si costruisce un suo mondo in cui può evadere quando le situazioni attorno a lei si fanno critiche o troppo complesse, un mondo di fiaba, un mondo dove esistono le fate con cui parlare, un mondo in cui le immagini brutte cambiano pelle assumendo significati diversi.
Veramente intensa la figura di Evelina, cui la penna dell'autrice è riuscita a infondere una vitalità abbagliante e commovente; impossibile staccarsi dal racconto, per la forza trascinante, per l'esplosione di emozioni, per la nitidezza delle immagini che propone.
Immagini di un paese che deve fare i conti con il passaggio inesorabile della guerra; una guerra che spezza le famiglie, che svuota le dispense, che ferma il naturale corso della quotidianità, che capovolge i ritmi di vita, che fa pagare un dazio crudele a degli innocenti.
Un esordio che denota la capacità di raccontare una storia e di coinvolgere il pubblico, la capacità di costruire il personaggio ponendo la dovuta cura ai particolari e la giusta dose di sensibilità per scavare nel cuore e nella mente dello stesso; oltre alla coraggiosa scelta stilistica di infondere veracità al narrazione mediante l'utilizzo del dialetto dei luoghi che fanno da sfondo alla storia.
Simona Baldelli con questo romanzo ci regala un lavoro importante, in cui l'elemento tragico si scontra e si fonde con il sogno, con la fantasia, con la necessità dei più piccoli di fuggire da una realtà dolorosa e cruenta come la guerra.
Anche questo significa raccontare la storia.
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Commenti
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CHI HA DATO VOTO NEGATIVO E PERCHE' ???? O-O
Un pò come IL LABIRINTO DEL FAUNO,giusto?
ultimamente sono alla ricerca di nuove penne, di nuovi modi di trasmettere emozioni.....
Seguirò senza dubbio l'evoluzione letteraria di Simona Baldelli!
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Pia