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Samurai kirishitan
E' il 1637, 600 ronin cristiani (samurai privi di un signore feudale) del Giappone sud-occidentale, sguainarono la loro katana contro il governo locale e centrale (lo Shogun Tokugawa), affiancando la popolazione locale e contadina, uniti nel nome della fede cristiana e della libertà.
Per combattere contro ogni divieto e persecuzione di chi veniva sorpreso a seguire la fede cristiana e contro le continue pretese di pagare tributi anche in situazioni di estrema povertà e carestia, pur non avendo già nulla di che sfamare la propria famiglia. Chi si rifiutava vedeva i propri cari orribilmente torturati o uccisi. Guidati da un ronin sedicenne, Shiro Amakusa, chiamato “il messaggero del cielo”, figlio di un famosissimo guerriero e ritenuto colui che avrebbe guidato i “kirishitan” giapponesi secondo un'antica profezia, opposero una fiera e strenua resistenza pur essendo largamente inferiori di numero, anche se male equipaggiati e scarsamente armati.
Uniti nella determinazione e muniti di incrollabile fede riuscirono più volte a respingere il potente esercito radunato dallo shogunato, che nello scontro finale arrivò a essere costituito da più di 125.000 soldati, ben armati e addestrati, provenienti dai vari feudi. Il più grande esercito di samurai mai visto nella storia del Giappone venne tenuto in scacco per ben cinque mesi e ricorse all'aiuto esterno degli olandesi.
In questo contesto reale si svolge la storia inventata di Yumiko e Kato, del loro amore impossibile in una società molto rigida per quanto riguarda i ruoli sociali. Amore che però inaspettatamente la sorte favorisce nel momento della ribellione. L'assedio, la fame, le feroci e le sanguinose battaglie per respingere i nemici, le incursioni dei letali ninja, i cannoneggiamenti, i duelli tra famosi samurai non intaccheranno il loro sentimento ma anzi tutto questo li unirà ancora di piu e rafforzerà la loro fede in Dio.
“I pagani hanno una sola vita, per questo si affannano a cavare da essa tutto quello che possono, per questo ogni delusione è per loro una disgrazia. Noi, di vite ne abbiamo due, e la seconda vale infinitamente più della prima. Ecco, questo è quel che ho capito io della dottrina di Iesu. E mi basta.”
Devo dire che nonostante i nomi particolarmente ardui da memorizzare o assimilare e dopo le prime pagine un pò lente, in quanto descrivono anche il contesto precedente alla ribellione e di come il cristianesimo prese piede nel Giappone, il romanzo comincia a diventare interessante e abbastanza scorrevole.
Ringrazio Rino Cammilleri che mi ha fatto conoscere una pagina di storia “dimenticata” da noi occidentali: delle enormi difficoltà che il cristianesimo incontrò in terra nipponica, di un pugno di valorosi che tenne testa ad un enorme esercito, del come un ideale giusto possa unire gli uomini di fronte a una difficoltà comune e portarli a combattere e morire pur di difenderlo, di come il Giappone in conseguenza a tale episodio si isolò dal resto delle nazioni per oltre due secoli (divenne Sakoku, il Paese Chiuso) .
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Commenti
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Il Samurai è una figura che mi affascina ma nel contempo mi intimorisce perchè sa arrivare a gesti estremi...
da pathos incredibile...
Sei tornato in oriente...
:)
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un pezzo di storia tutto da conoscere....