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Un mondo fuori dal tempo e dalla Storia
Non è facile scrivere una recensione su questo libro. Non lo è mai quando ci si trova davanti a un capolavoro della letteratura del Novecento. Qualsiasi cosa si scriva, potrebbe sembrare inutile o inefficace. Questo capolavoro di Carlo Levi suscitò un vivace dibattito nell'Italia di quell'epoca e ancora adesso è uno dei libri più discussi e commentati nelle scuole italiane.
Una volta venivano chiamati dai professori "romanzi di formazione", quelle letture obbligatorie, che dovevano far parte necessariamente del bagaglio culturale di ognuno di noi. Io penso che quella definizione sia più che pertinente per questo libro.
Si può vedere questo libro come un romanzo di impronta memorialistica, come un diario personale, come un saggio di inchiesta, come uno dei tanti romanzi di critica che la letteratura meridionalista ci ha regalati. Oppure può essere visto come uno studio dei costumi, dei luoghi e dei paesaggi della Lucania più sperduta e isolata. In realtà Cristo si è fermato ad Eboli, è ognuno di queste cose.
Levi in questo racconto ripercorre la sua condanna al confino a causa delle sue convinzioni antifasciste, a Gugliano, un piccolo paese della Lucania. Appena arrivato, il protagonista viene preso dallo sconforto e da un senso di morte che la vita oziosa e monotona del paese sembra suggerirgli. Si avverte subito, fin dalle prime pagine, il contrasto tra il protagonista da una parte, medico settentrionale, colto ed evoluto, e dall'altra parte l'ignoranza, le superstizioni e la grettezza che non riguardano solo i poveri contadini ma anche le "autorità" del paese (sindaco, segretario comunale, farmacista). E' bravissimo Levi nel far capire a pieno la distanza e l'alterità che c'è tra questi due mondi, destinati a non comunicare. Particolare importanza lo scrittore darà alle magie e alle credenze popolari che inevitabilmente sconvolgeranno il protagonista, forte della sua razionalità e delle sue convinzioni positivistiche.
Come dice il titolo, Cristo si è fermato ad Eboli, una cittadina campana dell'entroterra dove si fermano la strada e la ferrovia. Oltre Eboli c'è il nulla. Oltre Eboli non si è spinta la Storia e la civiltà.
Oltre Eboli c'è un altro universo, fatto di paganesimo e magia, di esseri umani la cui vita segue i ritmi della natura e della campagna. In loro non c'è nessun desiderio di riscatto (come possiamo trovarlo nei "cafoni" di Fontamara), e anche il fenomeno del brigantaggio viene focalizzato con estrema chiarezza da Levi come "un accesso di eroica follia, e di ferocia disperata: un desiderio di morte e distruzione, senza speranza di vittoria…". Il mondo di Gagliano è solo un universo a sé, popolato da personaggi estranei alla Storia, dove anche il Tempo non è più lo stesso…