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Un medievale coi fiocchi.
Erano anni che non leggevo un medievale così bello. In questo libro c’è tutto ciò che ho sempre cercato in un romanzo che tratta quest’epoca a me tanto cara. Lo stile è impeccabile, molto accurato soprattutto nei particolari e nell’uso dei termini. Purtroppo l’Albanese descrive fin troppo bene i soprusi e le invidie che erano presenti a quel tempo, ma questo non fa altro che alimentare l’interesse del lettore. La trama è infatti intrigante, coinvolgente e mai scontata.
I personaggi sono descritti con molta cura e non sono i classici eroi cui solitamente sono abituata. Manlius è unico e non per il suo aspetto estetico che comunque non è sottovalutabile ma per la sua dignità, il suo coraggio e la sua intelligenza. E’ un vero uomo, di quelli con la “U” maiuscola, dove il rispetto e l’onore sono sentimenti sinceri, radicati nell’anima.
E Silia è una donna forte, scaltra e di larghe vedute. Costantemente alla ricerca della verità tanto che sarà proprio lei, con il suo coraggio e la sua dolcezza a mantenere viva la lettura. Anche i personaggi secondari sono studiati molto bene. Ho ammirato il coraggioso Gauda che per amore di Betta non ha esitato a rischiare la sua vita e sono rimasta affascinata da Yusuf, il saraceno taciturno e leale. E poi Timoteo, Aureliano, Pietro, Goffredo, Amelina, Livio… me li ricordo tutti perché ognuno di loro mi dato qualcosa. Nel bene o nel male hanno lasciato il segno e penso proprio che questo romanzo sarà uno di quelli che rileggerò presto.
Tra l’altro è appena uscito il secondo libro della serie (L’Oscuro mosaico, edito sempre dalla Leggereditore), di cui non si sa ancora da quanti libri sarà composta, ma che ha tutta l’aria di essere meglio del primo.
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