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BELLO MA NON TROPPO, BRUTTO MA NON TROPPO
Spesso leggo libri perché esortato dai pareri favorevoli di altri lettori; mai mi era capitato, come in questo caso, di scegliere un libro “bastonato” e criticato da più parti, solo per rendermi conto se le critiche erano condivisibili.
Un sacrificio che non mi è costato molta fatica perché questo romanzo appartenente al genere storico a me più caro.
L’impressione che ho avuto è stata quella di leggere un libro scritto da un autrice prestata ad un genere che non era il suo. Il romanzo è molto scorrevole, con una buona resa anche nei dialoghi, ma forse troppo incentrato sulle vicende che riguardano l’aspetto sentimentale dei protagonisti. La parte prettamente storica, sulle peripezie di Federico II, è invece raccontata in modo abbastanza superficiale, senza soffermarsi su alcuni aspetti particolari, che posso invece caratterizzare un romanzo da un altro. E’ come fare il giro turistico di Roma in autobus, senza poter scendere a visitare i monumenti che si incontrano. Possiamo dire di aver visitato Roma o di aver visto un po’ di tutto, ma nulla in particolare?
Per quanto riguarda le clamorose sviste, per aver utilizzato all’interno del romanzo cose e/o animali, che in realtà non potevano ancora esistere perché l’America non era sta ancora scoperta, è un’evidente dimostrazione di come sia difficile scrivere un libro storico. Ogni frase, anche la più semplice deve essere prima verificata e ponderata perché altrimenti si fanno brutte figure.
Tuttavia nella riuscita di un libro ci sono anche altri fattori importanti, come lo stile di scrittura e la capacità di creare una storia che deve appassionare i lettori, e credo che questa scrittrice lo sappia fare.
Al netto di questi errori non l’ho trovato un libro da buttare, ma sicuramente non paragonabile ad altri del suo genere.