Dettagli Recensione
... e infine fu unita!
Sono passati 150 anni. Li abbiamo festeggiati, seppure con qualche polemica.
L'Italia, che in realtà è più un concetto geografico che culturale, è infondo terribilmente giovane: non sono trascorse che poche generazioni. A ben pensare, il nonno di mio nonno avrà a suo tempo dovuto prendere la decisione di schierarsi dalla parte del governo costituito o da quella dei cospiratori che volevano sovvertire l'ordine e, per un ideale romantico (o per una spinta utilitaristica?), conquistare ogni lembo di terra necessario a comporre il puzzle a forma di stivale.
Per lui Mazzini e Garibaldi, Cavour e Ricasoli, Pio IX e Vittorio Emanuele II erano come per noi la Merkel e Monti: contemporanei di cui giudicare le azioni e non figure storiche coperte da un alone di gloria o discredito.
Ecco, questo libro contiene una realtà vista con gli occhi del nonno del nonno di ciascuno di noi.
Sono presentate le motivazioni di coloro che si mossero pro e contro, il loro terreno di appartenenza, i loro valori, i loro obiettivi. E poi ci sono coloro che tradirono patria e ideali e che cambiarono bandiera più volte, costretti dagli eventi o da motivi utilitaristici.
C'è un Mazzini assai diverso da come lo abbiamo studiato a scuola, un personaggio un po' ambiguo: da una parte tollerante e capace di lasciar lavorare il tempo, dall'altra in grado di ordinare stragi ed insurrezioni incurante del numero di vite innocenti che sarebbero state annientate. Sicuramente un'intelligenza politica, forse non altrettanto brillante sul lato dell'economia.
C'è un Garibaldi con qualche dubbio e qualche stanchezza, anche se sempre grande stratega e combattente (Peppino non si discute!).
E poi ci sono figure di fantasia che alleggeriscono il racconto, ne rammendano i lembi storici e ci aiutano a tirare un respiro fra tante immagini crude e tragiche, come cruda e tragica è la guerra.
Un libro bellissimo. Non è un libro da spiaggia, soprattutto a causa delle sue quasi 600 pagine, ma la prosa elegante e scorrevole, la piacevolezza della costruzione, l'interesse del contenuto impediscono che lo si abbandoni e quasi con dispiacere si arriva alle ultime pagine, dando l'addio ai personaggi reali (che hanno costruito l'Italia) e a quelli di fantasia che sembran veri.
Al termine della lettura mi sono ritrovata con la curiosità di indagare oltre su un periodo che è stato assai più complesso di quel che ci raccontano sui banchi di scuola ed ho iniziato un altro libro sull'argomento, seppure sviluppato in modo totalmente diverso: non un romanzo, ma un'indagine giornalistica a ritroso nel tempo per comprendere i motivi che spinsero all'unificazione e le conseguenze economiche e sociali che ne sono scaturite. Il titolo del libro è “Terroni”... ma questa è un'altra storia!
[…] Lorenzo allarga le braccia e si sforza di dominare la rabbia. Sono sbarcati da due giorni, e dovunque la stessa canzone. Dovunque al loro passaggio piazze deserte, case abbandonate, masserie svuotate d'ogni vettovaglia. E quel grido ossessivo: i briganti. I briganti. Dove sono i millecinquecento insorti di cui avevano letto sul “Mediterraneo” di Malta? Dove i Figli della Giovane Italia che avrebbero dovuto attenderli sul costone di Santa Roccella? [...]
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Commenti
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ho questo titolo in lista da tempo, ma non ho mai trovato la spinta decisiva dalle precedenti opinioni.
veramente esaustiva !