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Il ragazzo del lago
 
Il ragazzo del lago 2012-05-13 16:11:46 silvia71
Voto medio 
 
3.0
Stile 
 
2.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
3.0
silvia71 Opinione inserita da silvia71    13 Mag, 2012
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La storia di Aimone

Con questo libro il giornalista e docente Marcello Foa ricostruisce la vita di Aimone Canape, testimone di momenti cruciali e drammatici della storia tedesca e del nostro paese.
Il giovane Aimone per una serie di cause fortuite, durante la fine degli anni Trenta del secolo scorso, si trova ad incrociare sulla propria strada personaggi dell'alta aristocrazia tedesca, ministri e capi di stato molto vicini al Fuhrer, tanto da avere un rapido incontro anche con quest'ultimo.
Successivamente rientrato in Italia allo scoppio della guerra, verrà di nuovo scelto dal destino per assumere il ruolo di ultimo testimone della cattura del Duce a Dongo.

In merito all'opera di ricostruzione, Foa non inventa nulla, in quanto egli si basa sui dati fornitigli dal Canape stesso durante le interviste concesse prima della stesura; interviste mai rilasciate prima ad alcuno, motivo per cui nessun saggio storico o articolo portò mai il suo nome alla conoscenza del pubblico.

Il racconto è ben dosato e la storia di questa vita così romanzesca e a tratti rocambolesca si snoda alla perfezione, offrendoci uno spaccato interessante dell'epoca.
Ne nasce il ritratto di un giovane “qualunque” che visse in un periodo storico difficile e cruento, legato alla famiglia e cresciuto con valori di onestà e generosità, insomma una figura genuina e schietta, anche se, collocandosi sulla scena di eventi politico-sociali importanti, assume a tratti i connotati di un eroe, scampato alla morte in più occasioni, grazie ad un fato compiacente.

Sul piano contenutistico non vi è nulla da eccepire al racconto, in quanto la testimonianza di Aimone ha svelato dei particolari inediti e importanti per ricostruire alcuni aspetti storici rimasti avvolti nella nebbia per oltre cinquant'anni.
La pecca di questo romanzo sta tutta nello stile di scrittura; la penna di Foa ha uno stampo prettamente giornalistico e d'informazione, delinea ottimamente gli accadimenti, ma manca di calore, di pathos, di profondità emotiva.
Una mancanza che si fa decisamente sentire, raffreddando il clima di questa incredibile storia, rasentando a tratti un alto grado di asetticità.
La scarsa caratterizzazione di Aimone in taluni passaggi del racconto, ne fa perdere la credibilità, spingendo il lettore a mettere in dubbio la veridicità degli eventi.
Un vero peccato, in quanto le dichiarazioni che l'oramai anziano Aimone decise di rilasciare, a posteriori sono state suffragate da altri testimoni dell'epoca, discendenti di abitanti del piccolo centro di Musso, suo paese natale, che erano a conoscenza dei fatti narrati in queste pagine.

Questo romanzo poteva essere un'ottima occasione per riportare alla luce un pezzo della nostra storia, rivivendola attraverso gli occhi ed il cuore di chi ne fu protagonista; invece il lettore giunge all'ultimo rigo con l'amaro in bocca, con la sensazione di una mancanza e domandandosi “ di che cosa”, risponde “ della penna di un narratore”.

Tenuto conto dei limiti stilistici, se ne consiglia ugualmente la lettura, poiché è interessante sul piano storico e divulgativa di notizie preziose.

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Commenti

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Brava Silvia! Brava ed obiettiva come in ogni tua opinione :))
Silvia hai districato la matassa di quel qualcosa di non soddisfacente che mi ha lasciato questo libro: il distacco dell'autore. Brava.
Grazie !!!
non sapete quanto ho meditato questa recensione....
non volevo stroncare in toto ma nemmeno tacere il limite del romanzo.

17 Febbraio, 2014
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quasi d'accordo... penso però che, se avesse messo più pathos, sarebbe stato troppo "romanzato"... avrebbe perso di credibilità.
comunque molto brava Silvia!
Il libro mi è molto piaciuto, lettura scorrevole e sempre intrigante infatti l'ho letto in poche ore.
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