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La notte di Roma
 
La notte di Roma 2008-06-26 10:25:18 ercole martini
Voto medio 
 
2.0
Stile 
 
2.0
Contenuto 
 
2.0
Piacevolezza 
 
2.0
Opinione inserita da ercole martini    26 Giugno, 2008

un romanzo storico è comunque un po' di storia...

Bene, bene! Ho visto per caso questo sito ed ho scoperto che, come me, alcuni illustri colleghi, hanno letto questo romanzo che risulta comunque interessante, anche se ho letto proprio su Teutoburgo un altro romanzo, senz'altro più bello ed intessuto, che è stato edito da Piemme. Dico comunque interessante perché a chi interessa la storia, interessa anche ciò che, pur non essendo storia, ne è impastato.

Il romanzo in sé non è del tutto lineare e presenta a mio avviso un taglio digressivo che è più adatto al thriller americano (Twining ad esempio o Grisham) che al romanzo storico propriamente detto.

Tuttavia, pone alcuni problemi interessanti sui quali forse varrebbe la pena di incentrare una qualche ricerca storica più erudita.

Non che il romanzo della Sig./ra Pomilio non lo sia, tuttavia, il tratteggio di talune figure è un po' fuori del tempo d'ambientazione del romanzo. Il Cornelio protagonista appare piuttosto tipico di una scena ambientata ai tempi di Claudio, ma non voglio a tutti i costi dire che Lucio Cornelio sia fuori del suo tempo, ma solo che presenta una qualche incongruenza, per così dire, somatica rispetto al tempo della narrazione: Roma è appena uscita dalla ristrutturazione della repubblica trasformata in impero; l'aristocrazia capitolina è uscita con le ossa rotte dalle guerre scatenate da due triumvirati e il senato stesso ha perso un bel po' di componenti. La fronda se c'è a palazzo reale non viene certo dal patriziato: sono ancora lontani i tempi di Lucio calpurnio Pisone, o di Seneca o della lotta di palazzo con tanto di pretoriani assoldati ora da uno ed ora da un altro!

Cornelio scimmiotta Petronio arbiter in qualche sua manifestazione e c'è un'ombra di Vinicio in alcuni suoi atteggiamenti: ma questo vuol dire che Emma Pomilio ha preso a modello il classico Quo Vadis? Non credo! Piuttosto occorre prednere atto che esitono dei riferimenti comuni a tutto il romanzo storico che vuole il protagonista e, insieme, la protagonista. Concordo con la collega Dominici sul fatto che le figure femminili siano la migliore invenzione della Pomilio.

Arminio sembra ben più importante di quanto non sia stato e Publio Quintilio Varo appare quasi come uno di quei personaggi della tragedia greca, intrappolati nel cieco disegno del Fato.

Non sono d'accordo col fatto che Teutoburgo non sia stata la "notte di Roma", almeno è stata la notte peggiore di Augusto e Augusto, all'epoca, era Roma.

Forse l'errore che può essere imputato all'Autrice può essere quello di non aver mai fatto intervenire il Principe. In fondo la fosca figura di Ottaviano aleggia in tutto il romanzo quasi un'ombra proiettata sullo sfondo e nulla più, ma la ragione c'è ed è che Livia lo personifica. Strano destino, nel romanzo, quello del principe rappresentato dalla principessa o, comunque, dall'imperatrice che sarà repsonsabile della immissione di Tiberio nella linea successoria con quel che seguì.

Tempo addietro, un'audace laurenda, oggi alla Sorbona, mi propose che Teutoburgo avrebbe potuto essere evitata se solo al posto di Varo ci fosse stato un Lepido, un Labieno oppure un Quinto Fabio Cunctator, cioè delle figure minori che avevano avuto per maestri Cesare o uno dei tanti Scipioni (guarda caso un avo di Lucio Cornelio), è un'ipotesi che mi piacerebbe sottoporre ai colleghi, a Manfredi e a Luttwak che ha studiato esemplarmente la storia militare romana. La mia allieva concluse che Varo era un "fiducioso" e un "malaccorto", in La notte di Roma, come ho detto, mi appare legato al suo fato: e comunque un romazno storico è pure esso storia e magari può suggerire, concordo con altri, spunti di riflessione e ricerca.

certo, che ora che ho finito questa mia riflessione, mi accorogo che per un romanzo che non m'è propriamente piaciuto, ho finito per scrivere un bel po': scherzi della storia o del romanzo? per concludere ad effetto vale la pena di dire: ai posteri l'ardua sentenza o, se volete, ai lettori...

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
I romanzi di Valerio Massimo Manfredi, Dumas, Eco, Scott e perché no, anche il buon Manzoni che di storia se ne intendeva. Per chi vuole approfondire il tema proposto direi che la biografia di Augusto di Antonio Spinosa può essere utile.
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