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Isabella e l'arte di regnare.
Il libro descrive la vita di una delle più affascinanti figure femminili del Rinascimento, Beatrice D'Este, che ha regnato sul ducato di Mantova insieme al marito Francesco Sforza. Consapevole del suo ruolo, diplomatica, ambiziosa, colta e amante dell'arte: queste sono le caratteristiche salienti della protagonista che vive in un'epoca tempestosa in cui l'Italia è divisa in vari feudi, sempre in guerra tra loro e minacciati dalle invasioni straniere. In questa situazione difficile, si destreggia abilmente nelle attività di governo al punto da risvegliare i timori del marito, consapevole della sua personalità determinata e imperativa. E' molto gradevole la parte dedicata alla descrizione delle vesti sontuose con cui lei e il suo seguito si abbigliano per accogliere regnanti stranieri e stringere alleanze; le pagine che illustrano gli incontri con De Pole, un prete anglosassone in realtà mai esistito, che visita Isabella aggiornandola sui fatti politici; il ritorno di Ercole D'Este al castello di Ferrara dopo aver controllato le postazioni per la difesa del suo feudo.
Riporto alcuni brani:
"Mio padre aveva offerto al Moro mia sorella Beatrice; era un'estense anche lei, quella mia sorella brunetta, somigliante all'avo Ferrante d'Aragona, nelle gote pesanti e nella pelle olivastra, che portava due ciocche pendule ai lati del viso per rendere più affilato l'ovale. Beatrice, a Ferrara, era stata taciturna, attenta a osservarmi in ogni moto; e ancora mi meraviglio di avere assistito alla più straordinaria delle metamorfosi. Appena fu a Milano, appena sposa, si rivelò geniale nell'arte di conquistare il marito a forza di seduzioni incalzanti e recitate una per una".
"Mio padre, presso un bancone, aiutato dai suoi paggi, si toglie la corazza leggera, respira dal fondo del petto, getta da un lato i guantoni e allunga le gambe una dopo l'altra perché gli possano sfibbiare gli schinieri. Mia madre fa ancora l'atto di abbracciarlo e riversa su di lui parole commosse, incalzanti, appassionate. Ercole la guarda: il suo viso è benevolo, ma chiuso in una calma impenetrabile indifferenza. E' stanco, ecco. Lei non si avvede che è stanco e che non ha voglia di nulla; non sa che per nessuna ragione accoglierebbe l'invito a uscire da se stesso".
Lo stile ricco, ma al contempo musicale richiede la massima concentrazione per evitare di perdersi nello scorrere delle parole e di non apprezzare adeguatamente la trama. Con questo libro, uscito postumo, l'autrice vince il Premio Strega, ideato da lei e dal marito, un famoso critico letterario.