Dettagli Recensione
I numerosi anacronismi non rovinano un intreccio d
La storia non potrebbe essere più appassionante: Caterina da Colleaperto è uno dei rarissimi medico donna della metà del Duecento, un "cervello in fuga" ante-litteram, costretta a studiare a Montpellier e poi esercitare a Parigi per la resistenza delle corporazioni mediche italiane ad accettare membri femminili nella propria professione. Le difficoltà però non si fanno attendere neanche oltr'alpe, e così Caterina affronta un lungo e difficile percorso che la porta a crescere come medico e come donna. La trama sarebbe ottima se il coinvolgimento del lettore non fosse minato da numerosi anacronismi. Non possono infatti essere lette che come forzature numerosi pensieri e parole che l'autrice attribuisce a personaggi che mai avrebbero potuto generarli nel XIII secolo. La nota sulla storicità della vicenda che l'autrice pone al termine del libro attenua soltanto i dubbi che un lettore colto matura durante la lettura di un libro che rimane, comunque, un esperimento nuovo e degno di attenzione.