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Una storia affascinante
Dopo la lettura dello splendido “Memorie di Adriano” di Margherite Yourcenar è stato istintivo riprendere in mano un romanzo storico per certi versi analogo e di indubbio valore.
Mi riferisco a “Segreti dei Gonzaga” di Maria Bellonci, edito per la prima volta nel 1947 e poi soggetto a più ristampe, di cui l’ultima risale al 2001.
In proposito, a parte le epoche diverse, non è difficile riscontrare molti tratti comuni fra le due opere.
In effetti ci si chiede se Maria Bellonci abbia inteso scrivere un trattato storico o un romanzo storico, ma la risposta che ci si può dare al termine della gratificante lettura è difforme dalla domanda.
Troviamo infatti una ricerca minuziosa e approfondita dei documenti a sostegno della trama, rileviamo una esauriente dissertazione storica dove la Bellonci non si lascia mai trasportare da voli di fantasia, ma che ha anche e soprattutto il pregio di attuare uno scandaglio psicologico dei personaggi, entrando nel loro animo.
L’abilità dell’autrice è di avvincere sulla base di dati rigorosamente rispettati, restando in un limbo indefinibile fra storia e romanzo, una capacità tutta sua, una dote unica potremmo dire, grazie all’abbinamento fra la profonda conoscenza scientifica e l’umanità e sensibilità della scrittrice, fuse in modo impercettibile, ma con effetti di grande rilevanza.
La narrazione della corte mantovana, del suo ambiente regale e sontuoso si riveste di un’insolita amarezza, a cui non poco contribuisce la crudeltà delle vicende, un comune denominatore che anima la ragione dinastica, la morbosità del sesso e dell’amore, il fasto, inutile di fronte alle leggi della vita.
In questo modo emerge un quadro di un periodo di questa grande dinastia che, anziché lasciare i personaggi nelle crude pagine della storia, li fa rivivere con tutti i loro difetti, le loro debolezze proprie di ogni essere umano, com’era un tempo e com’è anche ora.
Ci troviamo di fronte a un’opera di grande pregio e se forse l’accostamento a “Memorie di Adriano” può sembrare azzardato, perfino impertinente, posso dire, a mio parere, che anche “Segreti dei Gonzaga” è un capolavoro.