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I discepoli del fuoco
Siamo alla seconda avventura di Mondino de Liuzzi, medico anatomista, vissuto nella Bologna del XIV° secolo. Il ritmo del racconto se paragonato ad un motore può essere assimilato ad un turbo diesel che prende immediatamente giri, si infatti la storia dopo le prime pagine si infiamma ed è scandita da ritmi molto elevati. In questa seconda avventura i protagonisti della storia vengono analizzati sempre più nel profondo del loro animo mentre tutto attorno scorre a ritmi serrati. Colitto, l'autore, ancora una volta ha raccontato una storia la cui trama è ben articolata e porta il lettore a rimanere sempre attento e ansioso di proseguire con la lettura che rimane sempre piacevole. Il finale è a dir poco esplosivo con colpi di scena che si susseguono fin nelle ultime pagine con i personaggi che attraverso le loro passioni, delusioni, aspettative, illusioni e disillusioni si rendono ognuno, nel suo piccolo, protagonisti di una storia nella storia.
Colitto senza arrampicarsi sugli specchi descrive una Bologna medioevale in modo ineccepibile rimanendo fedele alla realtà storica, scrivendo una storia la cui trama non si serve di azioni eclatanti e paradossali né di misteri ed argomenti occulti portati all'esasperazione, dei quali altri autori si sono serviti per accattivarsi le attenzioni del lettore, in quest'opera tutto è scritto con tanta semplicità avvalendosi delle caratteristiche umane dei suoi personaggi. Complimenti ancora una volta ad uno scrittore italiano che meriterebbe molta più gloria di quanta non ne abbia già riscossa.
Libro consigliatissimo, si suggerisce la lettura dopo aver letto Cuore di Ferro primo libro della saga del protagonista Mondino de Liuzzi.
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