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Altai
 
Altai 2011-01-10 18:07:52 cartacciabianca
Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
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Contenuto 
 
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Piacevolezza 
 
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cartacciabianca Opinione inserita da cartacciabianca    10 Gennaio, 2011
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L'Altai, un fiero e nobile cacciatore

Altai è un libro che uccide. Uccide nel senso che uccide tutti gli altri libri letti o ancora da leggere, perché cancella il loro ricordo sostituendolo col proprio. Dopo aver sfogliato le sue 400 pagine, è impossibile rimanere quelli che si era quando si ha intrapreso il primo capitolo. Altai è, perciò, un viaggio, un viaggio nella storia e nel tempo dei suoi protagonisti.
Altai è un signor thriller storico. In sé racchiude tutto il fascino della seconda metà del XVI secolo. A Wu Ming non è mancato l’occhio scrupoloso su nulla, poiché Altai abbraccia tutti i campi: dall’azione al sentimento, dalla guerra all’amore, e così fino all’amicizia. Il lettore è catapultato nell’Universo del romanzo e si perde volentieri in esso, grazie al dettaglio delle descrizioni che ricostruiscono un’ambientazione fedele al periodo storico.
Le città, Venezia, Ragusa, Famagosta e Costantinopoli, hanno letteralmente il loro colore, come un profumo o un puzzo inconfondibile, e si estendono davanti agli occhi del lettore fino all’orizzonte. Delle descrizione colpisce anche o soprattutto l’approfondita conoscenza di termini e dialetti tipici, frutto di una ricerca meticolosa e approfondita sulla cultura ottomana e non solo.
Nelle vicende fanno la loro comparsa numerosi personaggi storici di rilievo realmente esistiti, quali Yossef Nasi, in primo luogo, ma anche il Gran Sultano Selim II, il Visir Lala Mustafa e lo stesso sfortunato Bragadin. Il protagonista, Emanuele De Zante, è inventato dagli autori e segue una linea comportamentale molto realistica. Tutti i personaggi sono magistralmente resi attraverso dialoghi spontanei e incalzanti, atteggiamenti particolareggianti, tipici solo di quel determinato individuo. Ci si affeziona a ciascuno di loro, a proprio modo. Alle volte uno sguardo, un’alzata di mano… questi gesti, descritti a caratteri, raccontano righe e righe per ognuno di loro. I Wu Ming hanno tessuto una tela invisibile sotto le parole, hanno trasformato semplici pagine nel loro II capolavoro per cui sarà ricordato.

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Recensione che invoglia. Ed anche quella bella copertina, il falco sul braccio del falconiere.. Ma è inerente con il romanzo?
In risposta ad un precedente commento

11 Gennaio, 2011
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Molto alla lontana...
Personalmente penso di aver "tradotto" quel significato celato nella copertina e, perciò, nella figura del falco. Alla fine in tutti i romanzi con titoli strani vengono a galla i motivi di quella scelta, no? Altai ti fa soffermare un attimo, finita di leggere l'ultima frase dell'ultima pagina, su questo e altro. Penso che Altai abbia il potente e pericoloso potere di rubarti del tempo anche dopo aver finito di leggerlo. Almeno così è stato per me. Grazie per aver apprezzato la recensione :) Se deciderai di comprarlo, ti auguro una buona lettura.
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