Alexandros. La trilogia Alexandros. La trilogia

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Francesco.3.96 Opinione inserita da Francesco.3.96    08 Settembre, 2016
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Il figlio del sogno

Ci troviamo di fronte ad una grandissima opera di Valerio Massimo Manfredi, che da archeologo quale è ci porta a conoscere un piccolo tassello della storia antica. In questa trilogia veniamo trasportati in Macedonia, in una città chiamata Pella, dove prenderà forma una delle più grandi imprese di sempre; Tutto ciò per opera di un bambino nato con il nome di Aléxandros.
Sarebbe totalmente inutile riportarvi la trama di questo testo, perché risulterebbe alquanto riduttiva e non renderebbe abbastanza la qualità di tutto ciò. La trama è quella che ci insegna la storia, coronata da particolari e sottigliezze che magari possono non essere percepite, ma che rendono la lettura veramente piacevole.
Ci si trova davanti ad un romanzo storico, che se mi è concesso, ha un andamento di tutt'altro genere. Questo a mio avviso potrebbe benissimo essere inserito nel genere fantasy, perché presenta una visione di tutte le vicende che si avvicina moltissimo a questo genere, ma in ogni caso ci troviamo lo stesso nell'ambito dei romanzi storici e quindi gli eventi non sono inventati come nel genere fantasy. Con questa trilogia Valerio Massimo Manfredi mette alla portata di tutti un libro facilmente comprensibile e che da la possibilità di seguire le gesta di una figura leggendaria, Alessandro Magno.
Se deciderete di avvicinarvi a questa lettura preparatevi ad immergervi in queste vicende, perché almeno nel mio caso, mi risulta estremamente facile immaginarmi a giocare con il giovane Alessandro, prendere parte alle lezioni che furono il fondamento del pensiero di Alessandro, partecipare alle grandi battaglie che hanno scritto la storia nei panni di un soldato qualunque ed allo stesso tempo ritrovarmi al termine di esse seduto al tavolo per il consiglio di guerra nella tenda del Re di Macedonia.
Tutto ciò ci sarà offerto da questo libro, che vi mostrerà l'intero percorso della vita di Alessandro Magno, dalla nascita alla morte; Ma non è tutto, vi sarà permesso di osservare anche le debolezze, i dubbi, le reazioni di questo personaggio...permettendovi di amarlo od odiarlo.
Io ho sempre amato la storia e questi libri a mio avviso meritano assolutamente di essere letti da tutti, perché offrono la storia a tutti, grazie ad uno stile semplice ma non trascurato che ci trasmette moltissime informazioni di questo mondo antico, ovviamente legate anche alla parte leggendaria di quest'impresa.
Per quanto riguarda la scrittura, come ho già accennato sopra è buona ed allo stesso tempo molto scorrevole. La presenza di termini specifici ed antichi, non va assolutamente a rallentare la narrazione, anzi la eleva ad un livello ancora superiore arricchendola.
Invece relativo alla trama non dico nulla, oltre al fatto che seguirete Alessandro ovunque dal campo di battaglia alla tenda o camera da letto, lo vedrete nei panni del gran conquistatore o nei panni del giovane ragazzo pieno di dubbi ed incertezze, del tiranno o dell'uomo clemente. I dettagli non mancano, ma per quanto riguarda le battaglie molto spesso le descrizioni sono veloci e permettono uno scorrimento maggiore (cosa che sinceramente non ho del tutto apprezzato, perché a mio avviso meritavano un poco di spazio in più le scene delle battaglie) del racconto.
Tutto ciò vi attende cari lettori.

Vi lascio con uno frammento del testo, una parte che secondo me è stupenda e che sta alla base della nascita del sogno.
Buona lettura a tutti

"A volte, quando trascorreva un periodo di riposo nel palazzo di Pella, lo portava con sé dopo cena sulla torre più alta e gli indicava l'orizzonte verso oriente, dove la luna sorgeva dalle onde del mare.
"Lo sai che cosa c'è laggiù, Alessandro?"
"C'è l'Asia, papà" rispondeva lui."Il paese dove nasce il sole."
"E lo sai quanto è grande l'Asia?"
"Il mio maestro di geografia, Cratippo, dice che è grande più di diecimila stadi."
"Ha torto, figlio mio. L'Asia è cento volte più grande di tanto. Quando combattevo sul fiume Istro, ebbi modo di incontrare un guerriero scita che parlava macedone. Mi raccontò che oltre il fiume si estendeva una pianura vasta come un mare e poi montagne così alte da perforare il cielo con le loro vette. Mi spiegò che c'erano deserti così estesi che occorrevano mesi per attraversarli e che oltre c'erano montagne completamente tempestate di pietre preziose: lapislazzuli, rubini, corniole. Narrò che in quelle pianure correvano mandrie di migliaia di cavalli ardenti come il fuoco, instancabili, capaci di volare per giorni sulla distesa infinita. "Vi sono regioni" mi disse "attanagliate dal ghiaccio, chiuse nella morsa della notte per metà dell'anno, e altre bruciate dall'ardore del sole in ogni stagione, dove non cresce un filo d'erba, dove tutti i serpenti sono velenosi e la puntura di uno scorpione uccide un uomo in pochi istanti." Questa è l'Asia, figlio mio."
Alessandro lo guardò, vide i suoi occhi ardere di sogni e capì che cosa bruciava nell'anima del padre."

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Radici Opinione inserita da Radici    30 Ottobre, 2015
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Luce e ombre negli occhi di un mito

La trilogia che Manfredi ci propone una splendida antologia della vita del grande Alessandro Magno, dalla nascita alla sua morte. Non riporterò la trama in quanto lo scrittore (archeologo e professore) riporta con attenzione e ricerca certosina i fatti storici della sua vita, del padre Filippo e dei vari personaggi che incontriamo.
Non c’è alcun dubbio che Manfredi sia un grande autore, la lettura scorre veloce e leggera nonostante le 900 pagine, ma impone comunque i suoi tempi per assaporare le vicende, le vittorie e le sconfitte di Alexandre.
Con la lettura dei primi capitoli, l’atmosfera dell’antica Grecia avvolge il lettore richiamandolo a ogni pausa, tornare e riempire l’animo dell’orgoglio e della forza di Alessandro e del suo esercito.
La bravura di Manfredi è stata (come sempre) di far sentire il lettore dentro la storia, avere voglia di prendere un cavallo e correre al fianco di Bucefalo per le terre inesplorate dell’Asia.

Leggendo i tre libri non si ha la sensazione che siano, appunto tre libri divisi, ma un'unica storia, un unico filo conduttore, un unico libro, senza ripetizioni o cali di patos.

Ad ogni capitolo la luce e le ombre del grande condottiero e di chi lo circonda alzano il velo dietro cui pensiamo di trovare uomini, persone umane che hanno compiuto una grande e dolorosa impresa, ma in realtà, dietro il velo si trova ancora il mito che porta con se la leggenda di un grande popolo.

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farma70 Opinione inserita da farma70    08 Gennaio, 2014
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Splendido Alessandro

Leggendo questo tomo di ben oltre 900 pagine, ho imparato ad amare un grande condottiero di cui, complice i lontani giorni di scuola, avevo in parte dimenticato le gesta epiche. Un personaggio di grande potere carismatico, che seppe trascinare fino alle foci dell'Indo un esercito possente, seguito dai suoi fedelissimi amici d'infanzia, "la torma di Alessandro", attraversando deserti, fiumi, scalando valichi impervi con una grinta e determinazione veramente ammirevoli, degni di un vero Re. Ho amato profondamente questo personaggio storico e, anche se in chiave romanzata, Manfredi ne ha sottolineato il carattere a volte crudele, basti pensare alla distruzuione di Persepoli, ma anche tenero ed affettuoso nei confronti dei suoi compagni d'armi e dei suoi amici "speciali": Peritas e Bucefalo. Libro che, nonostante la mole, si legge scorrevolmente; l'unica pecca l'ho trovata verso la fine quando si parla della morte di Alessandro, trattata secondo me, in modo forse un po' troppo frettoloso...eravamo già oltre le 900 pagine aggiungerne qualcuna in più forse non sarebbe guastato; comunque nel complesso veramente un bel libro da leggere, lo consiglio a tutti gli amanti che come me amano la lettura di qualità.

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catcarlo Opinione inserita da catcarlo    15 Agosto, 2013
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Aléxandros

L’archeologo e divulgatore Manfredi scrive una biografia romanzata di Alessandro Magno spezzandola in tre libri racchiusi qui in un unico Oscar che è un balenottero vicino alle mille pagine. Nel complesso una rilassante lettura estiva, che scorre abbastanza veloce nella parte narrativa, ma che risulta figlia del mestiere dell’autore quando si tratta di descrivere usi, costumi o battaglie con descrizioni particolareggiate (nel caso degli episodi di guerra a volte anche troppo) che riescono con efficacia a ricostruire un mondo così lontano dal nostro. L’amalgama è spesso raggiunta (se viene raggiunta) a fatica: ad essere penalizzati sono soprattutto la scrittura dei dialoghi e la descrizione delle psicologie, che non sempre riescono a superare una certa bidimensionalità e rigidità nelle battute. Magari, in parte lo scrittore si è ispirato al periodare del racconto di stampo classico (la storiografia greca e romana è utilizzata per ricostruire gli eventi e qualche punto di domanda è causato dalla sua indeterminatezza) ma l’impressione complessiva è che un più accurato lavoro di editing avrebbe giovato al risultato finale, eliminando anche una certa magniloquenza che alla lunga risulta davvero pesante (ah, quei baci sempre infuocati e quegli assalti mai meno che veementi…). Alla fine, si chiude il volumone senza particolari entusiasmi, meditando sul fatto che, se le pagine fossero state un terzo di meno, sarebbe stato meglio.
1. Il figlio del sogno
Nel primo volume, vengono esposti i fatti che vanno dal concepimento allo sbarco in Asia e perciò il periodo coperto dovrebbe essere di circa ventidue o ventitré anni: si narra soprattutto di come Alessandro riceva la sua ‘educazione macedone’ affiancata dalla più raffinata istruzione disponibile al suo tempo (e che costa un occhio della testa). Nel frattempo, il ragazzo deve dibattersi tra il difficile rapporto con due genitori assai spigolosi - presto lontani l’uno dall’altra - e la costruzione di una cerchia di amicizie per la vita. Molti sono i personaggi che entrano in scena, il che finisce a volte per disorientare anche perché non a tutti è riservata la stessa attenzione: se la vitalità e il fiuto politico di Filippo il Macedone dominano il romanzo, l’occasione di avere in scena nientemeno che Aristotele viene un po’ sprecata sia nei rapporti con il futuro imperatore, sia nella subito abortita svolta gialla che inizia con il regicidio. Le pagine migliori sono quelle dedicate all’oracolo di Delfi e alla cerimonia di nozze fra Cleopatra e Alessandro d’Epiro, a testimonianza che l’archeologo prevale in qualità sul romanziere malgrado la grande quantità di movimenti dei personaggi che spaziano dalle nevi delle montagne balcaniche ad Atene, dall’Epiro a Occidente ai confini orientali con l’Impero Persiano.
2. Le sabbie di Amon.
Alessandro inizia il suo giro del mondo conosciuto al suo tempo e, trascinandosi dietro amci ed esercito, in queste pagine conquista l’Asia Minore, la Fenicia e l’Egitto. La struttura di fondo è basata sul succedersi di marcia di avvicinamento, battaglia (spesso con assedio) e gestione della vittoria risultando in una maggiore rigidità rispetto al primo capitolo: per chi non è proprio interessato, la minuziosa descrizione di tattiche e strategie applicate a Mileto, Alicarnasso e Isso pare a volte eccessiva. Un Alessandro monolitico (si ubriaca una volta sola, è cavaliere con le donne e magnanimo – quasi sempre – con i nemici, la sua torma pare non essere coinvolta nella poco guerriera eliminazione col veleno del comandante nemico) sovrasta il folto viavai di figure che lo circondano fino a che queste ultime non finiscono per confondersi le une con le altre. Per la prima parte del libro, se non altro, il re ha un autorevole antagonista, ma la repentina scomparsa del generale Memnone è un problema più per la narrazione che per i Persiani, visto anche che Dario resta sempre una figura sfocata. L’arrivo sulle rive del Nilo rappresenta tutto sommato una svolta positiva, la descrizione delle città e delle usanze egizie si aggiunge a quelle greche e mediorientali, anche se il corteggiamento della vedova di Memnone, Barsine, dimostra che la materia non è fatta per Manfredi.
3. Il confine del mondo
Tra un tradimento e l’altro, il terzo risulta essere il migliore dei romanzi dedicati alla vita di Alessandro anche se a questo punto la stanchezza di lettura comincia davvero a farsi sentire. Il Macedone giunge là dove nesun Greco è mai giunto prima, ma lo fa trascinandosi un esercito oramai piagato nel fisico e nel morale, oltre che parecchio indispettito perché il re inizia a comportarsi e a vestirsi come i vinti: desiderio di assimilazione o fascino per le pompose ostentazioni orientali di potere? Le fonti non lo dicono, anche se l’atteggiamento dell’autore è sempre parecchio buonista nei confronti del suo personaggio principale anche quando è francamente indifendibile (il sacco di Persepoli è, per gli standard odierni, un crimine contro l’umanità – più dei tanti compiuti in quell’età in cui non si andava tanto per il sottile – ma il tono è ben diverso da quello orripilato di, ad esempio, Altieri quando racconta la capitolazione di Magdeburgo). E’ inevitabile che, con così tanti contrasti, qualcuno cerchi di far fuori il sovrano, che, però, sempre salva la pelle vendicandosi di conseguenza – ci va di mezzo anche più di un innocente – per poi morire per cause misteriose su cui per millenni si è fantasticato: a causa dell’avidità di quelli che erano i suoi amici più fidati, il suo impero, costruito al prezzo di inenarrabili fatiche e di fiumi di sangue, non gli sopravviverà.

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Kediler Opinione inserita da Kediler    02 Ottobre, 2012
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Il caro Alessandro

Diciamo che Manfredi manifesta sempre il suo amore per Alessandro, il condottiero macedone. IO devo dire che sono una sua accanita sostenitrice e che comprerei qualunque suo romanzo. Ma Alexandros ha qualcosa in più, ho amato ogni pagina, ho apprezzato ogni descrizione (peraltro dettagliatissime), e ho visto in questo Alessandro non solo il "semi Dio" autoproclamato, ma anche il ragazzino comune. E' un alessandro forte, e diciamocelo: dalla Macedonia all'Indo solo un grandissimo condottiero avrebbe potuto compiere quest'impresa; ma è un Alessandro che va al di la del mito e che mostra i suoi difetti e le sue debolezze.
Da studentessa di storia e archeologia ho immensamente apprezzato le descrizioni delle battaglie e delle strategie, che sono il fulcro della forza di Alessandro, condottiero stratega che sottomise il Mondo ai suoi piedi.

E poi diciamocelo, quanti di noi vedendo il film Alexander hanno visto una chiave manfrediana dietro il colossal.

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MATIK Opinione inserita da MATIK    07 Marzo, 2011
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Il romanzo di Alessandro.

Alexandros! Grande conquistatore, un re amato dai suoi soldati e sempre con veri amici al suo fianco compreso Peritas il suo cane e Bucefalo il suo splendido destriero!
Bellissimo questo libro che ci racconta le gesta di Alessandro un re che grazie alla sua forza, alla volontà, all'aiuto degli dei, alla sua potenza e al suo eroismo, battaglia dopo battaglia partendo dall'antica Grecia riesce a conquistare gran parte dell'Asia arrivando fino alle sponde del fiume Indo.
Mi rimarranno impresse nella memoria le commoventi pagine dove conosciamo la lealtà senza limiti della "Torma di Alessandro" formata dai suoi sette amici cresciuti con lui, che lo seguiranno ovunque ed in ogni battaglia amandolo profondamente!
Alessandro uomo di parola, un vero leone, che riesce a farsi rispettare, temere ed amare anche dai suoi avversari, una grande figura storica da conoscere, morto troppo presto e per questo è diventato un grande mito!
"Agire con onore ed essere clemente ogni volta che è possibile è nella facoltà dell'uomo e nella sua scelta. Questa è l'unica dignità che gli è concessa da quando è messo al mondo, l'unica luce prima delle tenebre di una notte senza fine...."

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barch76 Opinione inserita da barch76    31 Dicembre, 2010
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Epico.

Comincio con una citazione che mi è rimasta impressa:"I personaggi di Manfredi sono fatti di cartapesta e si muovono su scenari di cartone",se come me avete letto quasi tutto di Manfredi,confrontato con altri autori del genere,tipo non so,un Cervo,una Pomilio,un Forte,o un R.Harris,ecc.,non potete non condividere questa affermazione.Di Manfredi mi mancava la trilogia di Alexandros,perchè come sempre accade nelle saghe letterarie non si sa mai quel'è il primo e quale l'ultimo,e quasi tutte le librerie non sono mai provviste di tutti i volumi,e poi dopo aver letto "Chimaria"o"Palladion",delle vere nefandezze,avevo perso interesse per questo autore.Manfredi ancora prima di scrittore è archeologo,e quindi è provvisto di una gran quantità di nozioni storiche raccolte anche sul campo,che a molti altri scrittori del genere difettano,tanti suoi libri sono dei trattati formato romanzo,ricchi di dati e aneddoti comprovati,ma poveri di stile e pathos,e sopratutto poco emozionanti.Bene detto ciò,"Alexandros"per me è stata una piacevolissima sorpresa,se era facile strutturare un romanzo su una vicenda già estremamente epica e straordinaria come la vita di Alessandro Magno,difficile era,e l'autore ci è riuscito in maniera esemplare,delineare i personaggi,dare la forma,intingerli d'emozioni,distinguerli nettamente fra loro,renderli umani e pertinenti,Alessandro in Primis,eroe romantico e cavalleresco.Emozione e coinvolgimento allo stato puro(ho pianto per la vicenda di Peritas,il cane del re!),ho sussultato per le vittorie,mi sono demoralizzato nelle sconfitte,mi sono amareggiato per il finale,scusatemi,ma è la storia.

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alexandros Opinione inserita da alexandros    30 Dicembre, 2010
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Una trilogia epica

Una trilogia molto coinvolgente , grazie alla capacita’ di Manfredi di raccontare storie ci si immedesima nella grande avventura del piu’ grande condottiero di tutti i tempi. A mio parere Manfredi riesce ad affascinarci e , cosa ancora piu’ importante, ad incuriosirci e a spingerci ad approfondire la vita di Alessandro Magno, un uomo con una cultura notevole e animato da una insaziabile curiosita’ ma anche un combattente formidabile ( fu spesso ferito in battaglia perche’ era sempre in prima linea !), senza dimenticare i suoi difetti e i suoi limiti ( quello che mi ha sempre colpito e’ anche la sua giovane eta’ !) . Tutti i personaggi che Manfredi descrive sono realistici e ben tratteggiati (Olimpia, Filippo , i suoi amici…), le descrizioni delle numerose battaglie sono sublimi, anche le lotte politiche e di potere vengono descritte in modo da farci partecipe delle varie opinioni . La magia di questa trilogia e’ che riesce a trasportare il lettore indietro nel tempo e fargli vivere quell’incredibile desiderio di scoperta e voglia di conoscenza , quella voglia di superare tutti i limiti , quella tensione verso la conquista e verso l’avventura vissuta come ragione di vita che ha animato Alessandro Magno. Viene voglia di seguirlo fino in capo al mondo , esattamente quello che fecero i suoi amici e le sue truppe marciando insieme a lui verso la gloria. Un romanzo senza un attimo di pausa o di noia, che mi ha fatto ulteriormente amare Alexandros .

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Un libro da leggere assolutamente, per chi ama la storia ma anche per chi ama l'avventura e ama chi vuole superare i limiti umani.
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GabriCremo Opinione inserita da GabriCremo    13 Dicembre, 2010
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Non male, ma...

E' fra i suoi libri più celebrati, tuttavia meno piacevole rispetto ad altre opere... i primi capitoli, che narrano l'infanzia di Alessandro, sono lenti a scorrere, e pure il finale non convince. Comunque è un libro che merita di essere letto, intanto perché descrive in maniera abbastanza fedele la storia di un grande personaggio storico, in secondo luogo perché, dal momento in cui Alessandro comincia a combattere, diventa anche avvincente (anche se non propriamente esaltante). Più per appassionati del genere che per lettori "casual".

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silvia71 Opinione inserita da silvia71    13 Dicembre, 2010
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Alexandros - La trilogia-

La trilogia scritta da Manfredi propone al lettore un emozionante viaggio nella vita di Alessandro Magno, un simbolo della storia di tutti i tempi. L'autore ci narra le gesta del macedone sia in veste di condottiero audace e impavido che, amato e stimato dai propri soldati, si mosse alla conquista di terre sconfinate e poco conosciute, sia nella sua veste più privata di uomo, colto, intelligente, sagace e profondamente umano e leale nei confronti di amici e nemici.
Si crea così una buona caratterizzazione del personaggio, vivo e palpitante, in grado di coinvolgere ed appassionare chi legge.
Ho trovato di buon spessore storico e bibliografico la ricostruzione degli eventi e dei personaggi, trasfusa in una narrazione fluida, mai noiosa, che adotta un linguaggio che valuto un giusto compromesso tra attinenza storica e modernità.
Lo reputo un romanzo godibilissimo, che da la possibilità a tutti di immergersi nella storia per rivisitare o conoscere, un grande personaggio.

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Jan Opinione inserita da Jan    11 Dicembre, 2010
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Er piacione...

Inizio con le mie scuse a Silvia che ha inserito la scheda e che, pertanto, sicuramente la penserà in maniera molto diversa dalla mia.

Ho letto questa trilogia, in realtà leggendo ancora un volume per volta (allora non era stata ancora sillogizzata), e l'ho trovata molto banale.
V.M. Manfredi è un grande archeologo : mi hanno passato, e purtroppo richiesto indietro, alcuni suoi brillantissimi testi universitari.
Il problema è che la sua produzione divulgativa, a mio modestissimo e contestabilissimo avviso, rasenta il ridicolo.
L'incontro con la televisione gli è stato fatale.
Manfredi si crede bello, e qui "Er piacione" casca come l'asino del detto.
Trasmissioni con il fondotinta che simulano una dimestichezza con il mezzo quasi alla Alberto Angela (che a mio avviso è il non plus ultra del populismo).
Mentre però il clan Angela è nato con una precisa mission: provvedere a sconfiggere, e con successo, qualsivoglia tipo di insonnia, Manfredi...nelle intenzioni, potrebbe dare molto di più.
Non lo fa, ahimé.
E si mette a romanzare con il piglio del vecchio nonno (pietosamente truccato di cipria)che deve far studiare il nipotino.
Non siamo archeologi, e questo certo è un nostro problema.
Ma Manfredi esagera fabulizzando impietosamente e sfruttando iperboli miserevoli per...farci comprendere.
Aléxandros è l'esempio massimo di questa sua propensione al patriarcato narrativo non richiesto.
Banale, prevedibile, ripetitivo.
Spiace leggere un uomo di cultura prostrato a livello di...Giacobbo.

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