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I protagonisti sentono le voci. Cominciamo bene
Questa volta ho avuto seri dubbi di riuscire a farcela! era da anni che non pensavo di abbandonare un libro, per quanto brutto, ma con "The Winner's Kiss" ho fatto davvero una fatica immane per portare a termine la lettura, finendo col trascinarmi questo romanzo per un intero mese. Per assurdo non lo trovavo particolarmente pensante mentre leggevo, ma la sola idea di dover prendere in mano il volume e ritrovarmi impantanata in una storia piena di incongruenze e buchi di logica mi faceva star male. Eppure mi sono fatta coraggio, principalmente perché mi avrebbe infastidita ancora di più abbandonare la serie all'ultimo libro, anche se questa trilogia non si è meritata una briciola del tempo che le ho dedicato.
Premetto che farò qualche vago spoiler, soprattutto per far capire quanto la trama di questo romanzo urli "convenient!" ad ogni riga di testo. Ritenetevi avvisati e, se non volete rovinarvi la sorpresa (ironia here), abbandonate questa nave.
La narrazione riprende esattamente da dove "The Winner's Crime" era concluso: Kestrel è rinchiusa in un campo di lavoro nel gelido nord e Arin sta organizzando le difese contro l'imminente attacco dei valoriani. Vista la premessa la parte romance del libro avrebbe potuto essere alquanto breve, quindi l'autrice ha pensato di inserire un'immotivata perdita di memoria che allungasse un po' la schermaglia amorosa tra i due protagonisti. Come espediente è pessimo, perché non mette minimamente in difficoltà gli eroi durante la guerra in corso e neppure impedisce un nuovo innamoramento nell'arco di qualche giorno; serve unicamente ad inserire dei pipponi angst sullo struggimento emotivo dei due.
E dire che volendo la cara Marie materiale narrativo ne avrebbe avuto! sarebbe stato sufficiente riportare in scena alcuni dei personaggi secondari introdotti nello scorso romanzo; personaggi che qui invece sono stati completamente accantonati. Solo nel finale Rutkoski sembra ricordarsi della loro esistenza e, in un paio di righe, da una conclusione vaghissima alle loro storie; agli Stati coinvolti nella tiritera amorosa dei nostri eroi va ancora peggio: nell'epilogo non ci viene fornito nessun elemento sulla nuova situazione politica, nonostante oltre metà del libro fosse incentrata proprio su quello.
E che dire delle scene di battaglia? in un primo momento mi stavo lamentando perché venivano skippate completamente, poi Rutkoski ha iniziato a descriverle... e mi sarei voluta rimangiare tutto: non solo gli scontri hanno delle dinamiche incomprensibili (guerre campali in cui i soldati lanciano... pugnali! le pistole di Arin, tanto importanti nel secondo libro, qui completamente inutili!), ma da quel momento in poi i personaggi secondari -ad eccezione di Roshar- scompaiono letteralmente, lasciando in scena solo i nostri protagonisti e qualche comparsa random da sacrificare all'occasione. Questo andrebbe anche bene se stessimo leggendo un romance ad ambientazione contemporanea, ma l'autrice ha voluto dedicare la maggior parte della trama alla guerra contro Valoria e solo dopo si deve essere accorta di non saperla gestire. Ed ecco perché abbiamo delle battaglie epiche (ironia again) pianificate e combattute da tre adolescenti; livello di verosimiglianza: non pervenuto!
NB: Libro letto in lingua originale