Dettagli Recensione
All’origine del “rosa”
Georgette Heyer è stata una prolifica scrittrice della prima metà del Novecento, ha scritto tantissimi romanzi ambientati verso la fine del Settecento e nell’età della Reggenza. Volevo concedermi un romanzo di intrattenimento, ma che avesse una qualche legittimità letteraria: i romanzi della Heyer sono accostati a quelli di Dickens e della Austen, per quanto riguarda la ricostruzione della storia del costume e degli ambienti.
Il nome della scrittrice viene inserito nel genere “rosa”, di cui lei è stata l’antesignana. Ebbene, come mi ha fatto piacere constatare, non si tratta di un sentimentale melenso, tuttavia mi sono annoiata ugualmente, perché lungo quando ormai si era ben capito dove “si sarebbe andati a parare”. Il marchese, uno scapolo incallito, bellimbusto sciupafemmine, si innamora di Frederica, una ventiquattrenne per niente bella e per niente ricca, ma dal carattere forte, carismatico, dall’intelligenza fuori dal comune. A parte Frederica nessun personaggio mi è sembrato interessante e ben delineato, neppure il marchese, “la conversione” del quale mi è sembrata davvero poco verosimile. Non ho trovato descrizioni interessanti, il libro è prevalentemente dialogato.
Lo consiglio a chi ama queste storie ambientate nel passato, senza velleità letterarie, giusto per un puro intrattenimento.
Quanto a me, volevo esplorare l’archetipo, e tanto mi è bastato, l’autrice non mi ha esaltata e trovo esagerato che venga accostata a nomi come Dickens, Austen e qualche altro. La somiglianza è solo apparente. Ma sicuramente, se accostato a tanta narrativa di intrattenimento attuale, non è poi così male!
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mi rifugerò tra le pagine dei miei amati Hardy, Eliot, Coleridge quando mi sentirò annoiata!
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