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Chi l’ha detto che non puoi essere così?
Sei a Parigi. Da sola. E questo già di per sé è un evento sconvolgente, perché tu non sei una ragazza che salta su un treno e attraversa da sola la Manica verso un paese di cui non conosce nemmeno la lingua. Sei una ragazza che ha paura di ciò che non sa, che si sente in imbarazzo a stare da sola persino quando mangia al ristorante, che stila lunghissime liste di pro e contro per trovare sempre la scelta più prudente e sicura. Così, quando il tuo fidanzato ti comunica con uno sterile messaggio telefonico che il vostro weekend da sogno è saltato e non ti raggiungerà nella città più romantica del mondo, la prima idea è quella di rinchiuderti in una stanza d’albergo a piangere sulle delusioni, senza nessuno a osservare e giudicare la tua solitudine.
Ma se sei la protagonista di un dolcissimo racconto romantico, allora il destino verrà a darti una mano e, complice una mostra d’arte e un bicchiere di vino rovesciato su un bel cameriere aspirante scrittore, ti potresti ritrovare a vivere una notte speciale, scorrazzando per la città in sella a uno scooter, con uno svolazzante e coloratissimo vestitino e un sorriso che non ricordavi neanche più di avere.
Quella che ci racconta Jojo Moyes in questa manciata di pagine è una storia semplice e spensierata, che non ha sicuramente la pretesa di approfondire le sfaccettature dei personaggi o offrire un vero e proprio intreccio. Sono pochi e semplici scorci di vita e di Parigi, destinati a un pubblico femminile che potrà riconoscersi nelle insicurezze e nelle paure della protagonista e ricordarsi, almeno per qualche ora, che a volte per sognare si deve rischiare un po’ e cercare tra la naftalina coraggio e istinto. E chi l’ha detto che non puoi essere anche così?