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Una Kinsella diversa
Nella vita sono molti gli insegnamenti che riceviamo, alcuni li dimentichiamo mentre altri rimangono più impressi nella memoria. Mio nonno, che non c’è più, mi diceva sempre che per conoscere fino in fondo una persona prima dovevamo mangiarsi insieme diversi “sacchi di sale”; mia nonna, che tuttora è al mio fianco, invece mi dice sempre che le sorprese non le vuole ricevere perché a lei non piacciono.
Scusate il lungo preambolo, ma questa premessa può essere utile al lettore che si avvicinerà a questo romanzo.
Dan e Sylvie stanno insieme da ormai ben dieci anni e hanno due splendide gemelle di cinque anni (adorabili).
“Siamo sempre stati quel tipo di coppia. Uniti. Profondamente connessi. Ci leggevamo nel pensiero. Finivamo uno le frasi dell’altra. Pensavo che non ci riservassimo più sorprese. E questo dimostra quanto poco ne sapessi”.
Una coppia perfetta che con tutto l’ottimismo possibile si ritrova a fare una visita insieme. Il dottore allegramente gli comunica che poiché l’aspettativa di vita è aumentata, possono ritenersi felice di sapere che trascorreranno ancora insieme i prossimi sessantotto anni.
Quella che doveva essere una semplice visita rivoluzionerà invece il modo di pensare e gli equilibri della coppia “perfetta”. Quello che parte come una commedia divertente, sfiorando anche il grottesco, a un certo punto cambia registro affrontando tematiche più profonde.
Il libro parte lentamente e solo dopo aver superato la metà, ingrana in maniera più coinvolgente. Una Kinsella insolita che affronta il matrimonio mostrandone più aspetti. Segreti, sospetti, fiducia, passato e futuro, tutto verrà messo in discussione, in un crescendo di emozioni ed equivoci. Spesso quello che crediamo di sapere è davvero molto lontano dalla realtà. Fino a che punto conosciamo gli altri, ma soprattutto quanto ci conosciamo?
Un libro che si presenta come una commedia ma che in realtà fa riflettere il lettore. Dare una valutazione al libro non è facile, da una parte andrebbe valutato come letteratura rosa, anche se alla fine il libro non lo è del tutto. Valutarlo come romanzo creerebbe il problema inverno. Posso dire che la Kinsella ha utilizzato uno stile rosa per raccontare una storia che oltre a tinte rosa ne ha molte di più.
L’autrice è riuscita a sorprendermi raccontando una storia molto diversa dalle altre. Lo consiglio a un pubblico femminile consapevole, questa non è la solita storia rosa. In maniera molto chiara la Kinsella mette in risalto la mente femminile analizzandone tutte le sue contraddizioni e soprattutto mettendo in evidenza tutte le paranoie che ci facciamo.
““Capisco l’idea di “tenere vivo il matrimonio”. La capisco benissimo. Ma le sorprese, no”. Scuote la testa con una certa enfasi “Le sorprese hanno la brutta abitudine di andare a finire male””.
Buona lettura!
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