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Rosalie
Quando ha visto il fondo, Rosalie Laurent, non ha proprio potuto resistere. Quel piccolo negozio sito in rue du Dragon, nel cuore di Saint-Germain-des-Prés, era semplicemente il luogo ideale per realizzare il suo sogno di aprire una Papeterie. Sono ormai trascorsi alcuni anni da quel fatidico giorno, la giovane illustratrice è nota grazie ai suoi biglietti d’auguri personalizzati realizzati a mano, ed anche se i suoi genitori auspicavano ad altro per lei, è felice. Alla sua fantasia e alla sua immaginazione si contrappone un aspetto più metodico, quello dei rituali. Questi, l’aiutano a far ordine della sua vita e a continuare a sognare. Per ogni suo compleanno, infatti, ella sale quei 704 gradini della Tour Eiffel e lancia un biglietto su cui ha trascritto un desiderio. Una quotidianità, quella della disegnatrice che viene messa in discussione il giorno in cui quell’anziano signore fa ingresso, come un ciclone, nel suo negozio. L’uomo, che non è altro che Max Marchais, famoso scrittore per bambini, saputo del suo talento, desidera che sia lei ad illustrare il suo nuovo libro, “La tigre azzurra”. Il successo è assicurato, il volume ottiene premi e riconoscimenti di ogni tipo e tra scrittore ed illustratrice si instaura una profonda amicizia. L’arrivo di Robert, affascinante professore americano recatosi in Francia per riflettere e decidere sul suo futuro, mescola nuovamente le carte di quella routine perno di Rosalie. Cosa celerà questo incontro?
Con “Parigi è sempre una buona idea”, Nicolas Barreau, dona al lettore un testo semplice, non impegnativo, ottimale per staccare la spina. Forza di questo scrittore è la capacità descrittiva dei luoghi che, grazie alla loro delineazione, trasmutano chi legge tra le vie della città dell’amore. Non solo, le opere di detto autore sono caratterizzate da un denominatore comune: il romanticismo. Non si cade mai nel volgare, il sentimento è espresso con purezza, in modo limpido, talché, comune è la sensazione di trovarsi in prossimità di un coma iperglicemico.
Certamente non può gridarsi al capolavoro, ma nemmeno si può bocciare interamente una novella adatta a chi ha un cuore sognatore. A mio modesto giudizio va letta senza pretese, consapevolmente, e con la giusta preposizione d’animo. Nel mio caso, ahimé, quest’ultima componente è mancata, ho avuto modo di conoscerla in un periodo che non è congeniale ai romanzi d’amore, cosicché, me la sono goduta soltanto in parte e certamente in modo minore rispetto che a “Gli ingredienti segreti dell’amore”.
Resta comunque un testo gradevole ed apprezzabile.
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Spero in futuro di aver modo di riapprocciarmici e di poterlo godere pienamente..
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