Dettagli Recensione
Inizio di una crescita, seppur relativa.
Tra tutti i romanzi che sino ad ora hanno visto quali protagonisti le vicende pseudo amorose tra Theresa e Hardin, questo è senza ombra di dubbio quello più equilibrato nonché l’unico in cui vi è un minimo di crescita della coppia.
Sia chiaro, il binomio sesso-litigi non muta restando una costante, ma a differenza del secondo e terzo capitolo l’autrice dà una stemperata ai battibecchi tra i due che finalmente decidono di venirsi incontro imparando pian piano a dialogare, a confidarsi e ad affrontare i problemi. Ovviamente è un processo che ha solo inizio, le vecchie abitudini non muoiono ma detto raffreddamento di continue discussioni consente al lettore, oltre che a loro, di tirare un sospiro di sollievo. E se da un lato vediamo un ragazzo che cresce e che tenta di fare i conti con il suo passato, dall’altro assistiamo ad una Tessa meno para-femminista convinta, una ragazza più incline a comprendere i sentimenti, lo spiazzamento e le emozioni del fidanzato nonché meno egoista. Ammette persino di non amare così tanto Seattle e che l’idea che si era fatta della città non corrisponde a quella che è la realtà della stessa.
Sul finale l’autrice scivola cercando di creare un colpo di scena che di fatto non riesce a dimostrarsi tale rivelandosi al contrario l’ennesimo tentativo per allungare la trama e giungere a quello che è il capitolo conclusivo della quintologia. Meno uno.