Dettagli Recensione
La fiera delle banalità
Credo che a volte un successo letterario sia tale per il titolo e la copertina, insomma l’estetica ha spesso la meglio. Il lettore medio (cioè io) entra in libreria o in biblioteca, ci sono così tanti volumi, una quantità seducente di carta, le mani frenetiche toccano, lo sguardo si posa qua e là insaziabile, senza dare nell’occhio annusa l’odore di quei piccoli tesori, è disposto a perdersi fra gli scaffali, ma il tempo stringe, le occupazioni chiamano a gran voce. Allora cosa fa il povero acquirente tormentato come un innamorato, indeciso e frustrato per l’oggetto del proprio desiderio? Si affida al senso della vista, ove l’occhio cade, si sofferma, indugia e divora ogni particolare, lì sta la cura alle sue pene, quello è il libro giusto. Velocemente scorre le pagine, legge il sunto (bando alle romanticherie, controlla bene anche il prezzo, di questi tempi mica si può spendere a cuor leggero) e si convince che sì, va bene.
Nel letto, sul divano, sull’autobus (sono sempre io), inizia emozionato l’avventura personalissima, attende la metamorfosi, vestire i panni del protagonista è così eccitante, ogni libro è una nuova breve vita. Le prime pagine volano, la penna è semplicissima e informale, il pathos è latitante, ma la speranza è l’ultima a morire. La mente è talmente libera da qualsiasi sforzo che i capitoli volano, il lettore sta ancora aspettando il colpo di fulmine, il momento che precede la lode o l’infamia. Aspetta e aspetta. La delusione è totale.
Per fortuna, in questo caso specifico, con un titolo e una copertina così le aspettative sono pari a zero. Il contenuto è insignificante, non vi è nulla di romantico e passionale, si giunge presto alla fine senza aver trattenuto nulla. L’idea non è pessima, ma è sviluppata male, inizia traballante e finisce schiantata e deformata, un’accozzaglia di tematiche e situazioni banali che si risolvono nel modo più scontato possibile senza suscitare alcun vero interesse.
Astuta la mossa di iniziare i capitoli con consigli casalinghi tipici delle donne di altri tempi, i cari consigli della nonna, su quello avrei moltissimo da imparare, tornano sempre utili. Ma oltre a questo accenno vintage c’è veramente poco.
Concludendo, inserendo il pilota automatico, quando siete in coda dal dottore o in attesa dei mezzi pubblici in ritardo, fra gli schiamazzi degli studenti e il caos del traffico, si può leggere.
“In definitiva, ciò che fa di una casa un vero focolare domestico è la famiglia. Non importa dunque che sia linda e pinta; senza una famiglia non sarà mia nient’altro che una casa ordinata”.