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C'E' SEMPRE UNA SECONDA POSSIBILITA'
Una piccola libreria a Parigi, è il romanzo d’esordio di Nina George e mi è stato regalato questo Natale da una mia amica.
Titolo molto interessante e accattivante con quella parola Parigi che fa da calamita e con una copertina molto carina, sono stati gli ingredienti giusti per catturare la mia attenzione e iniziare a leggerlo subito accantonando altri romanzi.
Dato che Natale è passato solamente da pochi giorni, la lettura è stata scorrevole e piacevole e devo dire che il romanzo è scivolato via veloce.
Il protagonista è Jean Perdu, un cinquant’enne che è il titolare di una libreria galleggiante sulla Senna che si chiama” Farmacia Letteraria”. Jean non è un semplice libraio, no lui è una sorta di medico/psicologo che cerca, oltre che a consigliare dei libri ai clienti, di dare loro un romanzo che sia una medicina, un rimedio per l’anima.
Lui abita in Rue Montagnard al civico 27, in un condominio che è composto da personalità molto varie, la portinaia curiosa, la pianista particolare e il giovane scrittore.
Un nuovo arrivo Madame Catherine Le P. , una donna che si è trovata da un giorno all’altro senza marito e senza casa, metterà in crisi Jean Perdu e gli farà rivedere le sue scelte di vita.
Jean è un uomo che si può definire “arido di sentimenti”, è come se si fosse chiuso in se stesso e non riesca ad aprire il suo cuore verso un’altra donna.
La sua ex Manon, dopo anni di relazione, lo ha lasciato di punto in bianco non dandogli nessuna spiegazione se non una lettera.
Dopo ventuno anni però, Jean , non riesce ancora ad aprire e leggere quella famosa lettera e a fare i conti con il passato.
Un romanzo un po’ particolare, non una storia d’amore, più un libro sulla ricerca della felicità e dell’amore, anche in età matura si può avere una seconda possibilità.
L’autrice ha descritto le vicende e i fatti con molta tenerezza e semplicità, un inno di speranza che ci porta ad assaporare l’aria e la vita parigina e della Provenza.
Un romanzo che mi è piaciuto, anche se nella seconda parte ,non è decollato svelando troppo presto un tassello importante della storia e non lasciando da scoprire nulla o quasi.
Ma quello che per me ha salvato il libro è proprio Jean Perdu, il protagonista, che con il suo charme vecchio stile e la sua sensibilità crea un empatia immediata con il lettore.
Consiglio il romanzo a chi vuole fare un’esperienza di lettura diversa dalle solite e a chi ama i libri e l’atmosfera parigina.
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Commenti
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A presto
Alice
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Grazie, Pia