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LA LOCANDA C'ENTRA POCO
Il commento in copertina, scritto dall’autrice stessa, trae un pochino in inganno il lettore:
“ l’idea è quella di accogliere molti personaggi in una locanda graziosa…che sia soprattutto un luogo di guarigione e di speranza…”
I “molti personaggi in realtà sono due, e per quanto riguarda la locanda, non ci sono descrizioni particolareggiate degli ambienti, tali da farci sentire in un posto super accogliente, confortevole, caldo, che ridona la serenità di spirito. I personaggi stessi, che hanno prenotato una stanza per pochi giorni nel B&B citato, rientrano giusto per dormire; l’intento di far sembrare la locanda stessa fulcro della storia, quasi come se fosse un posto magico, con una padrona con doti taumaturgiche eccezionali è davvero fuori luogo.
Per carità, il luogo scelto per l’ambientazione (inventato),definito Cedar Cove,sito sulla costa del Pacifico, è di per sé un posto da sogno, per chi è abituato a gestire la frenesia di chi è costretto a vivere e lavorare in grandi centri, il piccolo paese sul mare, in cui tutti si conoscono e si aiutano è davvero un Paradiso.
Tuttavia i due ospiti, Abby e Josh, conoscono bene il luogo, in quanto teatro in cui si è svolta gran parte della loro infanzia e adolescenza; in maniera differente, custodiscono ricordi dolorosi, legati al luogo e a chi ancora ci risiede…..
Poco o nulla mette in atto, la locanda e la padrona della stessa, Jo Marie, per sciogliere i nodi con il passato.
I due protagonisti riescono in pochi giorni a ricomporre legami, a superare traumi e trovare l’anima gemella ( ehi che fortuna!!), solo con la loro forza di volontà e desiderio di lasciarsi il passato alle spalle e ricominciare realmente a vivere in pieno il presente.
Lo stile di scrittura è molto semplice i dialoghi sono altrettanto elementari, anche in momenti di forte tensione emotiva, come la morte di un padre, o il parlare con i genitori della migliore amica morta giovane, non lasciano traccia: “ Ci siamo Josh sta morendo” , risposta: “Proprio ora?” chiese sconvolto. E banalità che si susseguono senza tregua… Veri e propri personaggi di cellulosa, senza profondità e spessore.
E poi, dopo ho finito, la cosa che banalizza ancora di più la storia, è il lieto fine per tutto e tutti…. Ma ragazzi, la vita vera non è proprio così, va bene sognare, senza esagerare però!
Un minestrone ricco di ingredienti differenti, ma cucinato proprio male.
L’autrice è regina assoluta del romanzo rosa con 150 milioni di copie vendute al mondo e oltre 100 titoli pubblicati, tutti bestseller. Ma siamo proprio sicuri che ho letto un bestseller?
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Commenti
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Purtroppo il successo editoriale non è affatto indice di qualità. La banalizzazione, il lieto fine forzato... : temo che le librerie siano zeppe di libri così.