Dettagli Recensione
C'era una volta... un piccolo merlo.
C’è chi ama studiare ogni dettaglio del passato e delle gesta di personaggi come Giulio Cesare, Giovanna D’Arco, Anna Bolena … e chi, invece, ha sempre trovato noiose le ore passate a memorizzare le vicende dell’umanità … Tutti quanti, però, più o meno consciamente, siamo interessati alla storia della nostra vita e a quella dei familiari più stretti. È un vero e proprio bisogno: per capire chi siamo dobbiamo sapere, prima di tutto, da dove veniamo. La protagonista de “I cento colori del blu” è una ragazza che tutti chiamano Blue Echohawk , probabilmente ha diciannove anni, non conosce né sua madre né suo padre … per crescere ( o rinascere o, meglio ancora, “prendere il volo”) ha la necessità di scoprire, finalmente, le sue origini. Pur essendo abituata, oramai, ad affrontare ogni situazione da sola, in questo suo percorso trova un valido sostegno nel giovane professore di storia, tanto equilibrato quanto affascinante. Nel romanzo, cenni d’ arte (dello scolpire il legno, del suonare un violoncello, dell’insegnare ) e citazioni letterarie fanno da cornice ad un trionfo si sentimenti ( c’è tristezza, rabbia, paura, dolcezza, voglia di riscatto, desiderio e un pizzico di gelosia... ) che prendono sopravvento nella vicenda, tanto che i colpi di scena seminati nel racconto passano quasi in secondo piano. Tra piccoli stralci di lezioni di storia e richiami a tradizionali leggende dei nativi americani (che mi hanno davvero incuriosita) , Amy Harmon è riuscita a raccontarci, a mio avviso in modo coinvolgente, chi è Blue. Le tante emozioni descritte non mi hanno lasciato indifferente … ho seguito le parti tristi, divertenti, riflessive, romantiche del racconto alternando sospiri e sorrisi e, per me, questo è sinonimo di una buona lettura.