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DON TILLMAN MI PIACI UN SACCO!
Non mi dilungo a riassumere brevemente qualche stralcio di trama, in quanto già ampiamente esaurito dalle recensioni precedenti.
Mi soffermo sulle sensazioni trasmesse.
Il personaggio “Don Tillman” è estremamente forte, nel gergo televisivo sarebbe un’immagine di quelle che bucano lo schermo. Apparentemente indifeso, ispira tenerezza;l suo essere “strano” agli occhi del mondo, è stato fonte di numerose riflessioni scaturite anche dal fatto che ho appena terminato la lettura, riferita ad un altro “strano” realmente esistito, non così fortunato, come il protagonista di questo libro (chissà se l’idea, lo scrittore, l’ha tratta proprio dalla storia di Sidis?).
Capace l’autore a descrivere minuziosamente il personaggio, le sue numerose manie, i dialoghi che hanno strappato più di qualche sorriso, il suo aspetto fisico.
Sicuramente Don è una persona buona. Interessante è seguire il percorso tracciato dall’autore, per questo personaggio, che sembra senza speranza, chiuso all’interno del proprio mondo, fatto di automatismi e regole inflessibili che scandiscono le giornate; con un’intelligenza superiore alla media, professore universitario di genetica, ma apparentemente incapace ad instaurare ed intrattenere e conservare, rapporti con il prossimo. Esilaranti sono stralci di conversazione, pensieri, osservazioni della realtà da parte di Tillman, soprattutto nella prima metà del libro. Come non mancano riflessioni dal sapore dolce-amaro tipo:
“ Sii te stesso Don. Se lei non ti vuole per quello che sei, allora non è la persona adatta a te.”
”Ritengo altamente improbabile che una donna mi accetti per quello che sono.”
Da qui l’esigenza di stilare un questionario per trovare moglie, essendo alla soglia dei quarant’anni. L’idea di fondo è buona, in quanto lo scopo del questionario sarebbe quella di “escludere tutte le donne che danno peso alle apparenze”. La totale incongruità con la pratica, Don la sperimenta sulla propria pelle.
…E poi l’incontro con Rose, persona assolutamente incompatibile, secondo gli standard di Don, a diventare compagna di vita.
Perché Don Tillman mi ha conquistata? Perché è una persona pulita, diretta. Nessun tranello, nessuna maschera, lui ha il coraggio di essere ciò che è. Ma va anche oltre, per amore, nonostante sia erroneamente convinto di non provare tale sentimento, riesce a sconvolgere la sua quotidianità, il suo organizzare meticolosamente il tempo, l’alimentazione, il lavoro, il proprio aspetto fisico, l’approccio con il prossimo.
Prendendo coscienza di sé in modo ammirabile: “ Oggi credo che tutti i miei problemi siano ascrivibili al fatto che il mio cervello è strutturato diversamente rispetto a quello della maggioranza degli esseri umani. Tutti i sintomi psichici erano un risultato di questo fatto, non di una malattia nascosta”.
“L’amore è un potente sentimento rivolto ad un’altra persona, che spesso sfugge alle regole della logica….. I miei sentimenti per lei non potevano essere spiegati dalla logica”.
Quindi ripeto la domanda: Perché Don Tillman mi ha conquistata? Perché è un personaggio da fiaba.
La sua capacità di reazione, alla fine, a ciò che il destino ha in serbo per lui, è superiore a quella di qualsiasi persona alla quale, non sono riscontrati problemi relazionali.
Questa diventa l’arma a doppio taglio della storia, quanto il personaggio può risultare credibile? Moltissimo nell’immaginario, nel desiderio di un lieto fine, rarissimo nella vita reale.
Perfetto per chi ama sognare, magari meno adatto a chi ama storie più realistiche.
Ma cosa importa! In fondo, in fondo tutti apprezziamo, almeno qualche volta, una buona favola ricca di spunti di riflessione con la fine classica del : ….”e vissero tutti felici e contenti.”
Sarei proprio curiosa di vederne una bella trasposizione cinematografica, fermo restando che il personaggio di Don dovrebbe essere impersonato da un clone di Gregory Peck!!!
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Commenti
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Proprio una bellissima segnalazione ....
Pia
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Hai reso interessante un libro anche per chi (come me) ancora non l'ha letto.