Dettagli Recensione
Il diavolo non esiste!!
A prescindere se si abbia o no letto il primo libro oppure visto il film, è indubbio che se ci si avvicina a questo libro è perchè si abbiamo delle aspettative. Io per prima le ho avute: d’altra parte dopo un film eccezionale come quello con Meryl Streep e Anne Hathaway, era logico che qualsiasi lettore avrebbe letto e immaginato il libro anche come sequel cinematografico. Peccato che, come spesso accade quando le aspettative sono troppo alte, questo “Diavolo veste Prada 2.0” si sia rivelato una delusione. E sapete perché? Perché di “Diavolo veste Prada” non ha proprio niente!
Una delle cose principali che manca a questo libro e che nel precedente c’era è la moda innanzitutto!!! Chi ha amato il primo libro è senz'altro perché ha una grande passione per la moda. Leggendolo si ha l'impressione si far parte della redazione di Runway e la voglia di partecipare a feste esclusive con capi firmati in compagnia di Andy e Emily cresce sempre di più pagina dopo pagina. Senza contare il temibile personaggio di Miranda.
La redazione di Runway è stata sostituita da quella di un’inverosimile rivista di matrimoni di lusso condotta dalle due acerrime nemiche Andy ed Emily. Una rivista di matrimoni di lusso? Quando viene descritto il target a cui si rivolge le parole stridono come unghie sulla lavagna. E poi : ma Andrea non aveva mollato Runway perché voleva scrivere su giornali più seri di argomenti inerenti il sociale? Come ci è finita a scrivere di matrimoni?? Non è coerente col personaggio che era emerso nel primo libro! Dove è finita la Andy che ha mandato a quel paese Miranda lanciando il telefono in una fontana di Parigi nel bel mezzo della settimana della moda? E soprattutto, dove sono finite le sue palle? Sembra che Andy abbia subito una regressione invece che un’evoluzione. Se da un lato la Weisberger ci mostra una donna che ha gettato le basi per costruire un “impero” nel mondo dell’editoria, dall’altro ci fa vedere una protagonista piena di insicurezze.
Sfortunatamente per noi poveri lettori che avevamo già in testa tutto il team di Runway al gran completo e che immaginavamo rivalità, cattiverie, sfilate, moda con stivali di Chanel da migliaia di dollari, scorribande in giro per New York, tradimenti e spregi di varia natura, ci troviamo di fronte una situazione totalmente diversa.
Il libro comincia raccontandoci che cosa ha combinato Andrea Sachs da quando a Parigi, nel bel mezzo della sfilata di Dior, mandò a quel paese Miranda Priestley. Un nuovo amore nella sua vita, una rivista tutta sua da gestire assieme a Emily dal nome "The Plunge" e un periodo di dolce attesa...Ok e che male c'è direte voi. Nessun male. Peccato che tutto questo racconto che comprende fidanzamento, matrimonio, viaggio di nozze ecc. ecc. si protrae per più di 320 pagine e visto che l'intero libro ne fa 447 mi pare un po' troppo. Leggi, leggi, leggi e ti trovi davanti pannolini, appuntamenti dal pediatra, visite ginecologiche, paturnie varie. Ma cosa c’entra la maternità, che volente o nolente è fatta di tute, pappe, pannolini e rigurgiti, con lo scintillante e fashionista mondo di Runway e del “Il diavolo versione 1.0”? NIENTE! E infatti nella parte dedicata al bebè sembra proprio di leggere un altro libro, ambientato in un corso post parto e con personaggi tutti nuovi
Scusate ma Miranda dov'è?
La moda dov'è?
Le sfilate di moda dove sono?
Niente di tutto questo.
Te che leggi ti sorbisci tutta tra trafila di roba di cui non te ne importa nulla nell'attesa che succeda qualcosa. Nell'attesa che arrivi Miranda e che combini una delle sue. Invece niente.
Il libro diventa quasi noioso per la sua ripetitività. Noioso per il fatto che racconta qualcosa che si distacca troppo dalle vicende del precedente. Noioso perchè si arrampica sigli specchi facendo tornare in un paio di episodi pure Christian (il tizio che fa perdere la testa a Andy nel primo libro) e Alex, il suo ex storico fidanzato.
Il diavolo non esiste.
E se esiste è diventato troppo buono e pigro.
Indicazioni utili
- sì
- no