Dettagli Recensione
Se solo fosse.. meno noioso!
Arthur, giovane architetto, si è da poco trasferito a San Francisco in un nuovo appartamento. Carico di problemi ed estenuanti pensieri si concede un po’ di relax quando si accorge di non essere solo. Una donna, una bella donna, lo guarda e gli racconta una storia ai limiti del paradosso. Lei è Lauren, il fantasma di una dottoressa di trent’anni che giace in coma in un letto d’ospedale. Questo non impedisce che nasca tra di loro una bellissima storia d’amore e passione. D’altro canto i medici, convinti che non ci sia più nulla da fare convincono la madre di Lauren a staccare il respiratore e a lasciar andare la figlia. Inizia così una corsa contro il tempo mirata a salvare il grande amore di Arthur, ormai condannato a morte.
È con mio grande dispiacere che mi trovo a dover scrivere una recensione particolarmente negativa su questo libro. La prima parola che mi viene in mente per descriverlo è: NOIOSO. Terribilmente noioso. Dico già da ora che non l’ho finito, lo ammetto. Solitamente mi sforzo di finire i libri, anche se non sono di mio gradimento, ma con questa storia non ce l’ho proprio fatta. Il pensiero di mettermi a leggerlo mi faceva,inevitabilmente, trasformare le labbra in una smorfia. Avete presente quando, al liceo, vi obbligavano a leggere i libri per casa? Libri che nella vita di tutti i giorni non avreste mai considerato si trovavano ad essere di colpo vostri compagni per le vacanze..bene, per me è stato così, il pensiero che mi è affiorato alla mente è questo, e siccome il liceo e i suoi compiti per casa me li sono lasciati alle spalle da un pezzo, ho deciso di abbandonarlo. Marc Levy mi è piaciuto in moltissimi dei suoi libri, a cominciare da “se potessi tornare indietro” , libro carico di sentimenti, tristezza e speranza allo stesso tempo e rimango allibita pensando che questi due romanzi siano stati scritti, in realtà, dalla stessa persona. Molte parti, che sarebbero state particolarmente salienti, il succo del libro insomma, come il primo incontro tra Arthur e Lauren sono stati sorvolati e poco ampliati, dialoghi quasi inesistenti e descritti in una facciata. Troppo sbrigativo e conciso per le parti importati e invece prolisso in parti apparentemente inutili. Mi da l’impressione che in realtà Levy abbia scritto questo libro quasi per “fare numero”, anche se non aveva in realtà nulla da raccontare. In conclusione, per soddisfare la mia curiosità e per vedere come andava a finire mi sono guardata il film, che ho trovato in tutto e per tutto migliore del libro. Non mi era mai successo, credo sia il primo libro che sostituisco volentieri con la pellicola cinematografica e, per me che odio stare davanti alla televisione è una cosa stranissima. Il film è completamente diverso, cambiano persino i nomi dei personaggi, un’altra storia praticamente.. che però mi ha presa molto più del libro.