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c'è un po' di Bridget in tutte noi.
E’ proprio vero amici, Bridget Jones è tornata. Siamo nel 2013 e la nostra single preferita è cresciuta, anzi, è inevitabilmente invecchiata. si trova ad affrontare da sola la vita di madre e tra una precaria carriera da tirare avanti, animaletti di peluche e il suo Toy Boy Roxster non è cambiato poi molto, tranne il numero di candeline sulla torta. Le insicurezze che la attanagliano sono sempre all’agguato. Dopo due mesi senza ritocco alla ricrescita e cinque settimane senza ceretta alle gambe Bridget in una relazione seria non ci spera più. Dopo la morte di Mark riuscirà a ricostruire una vita fatta di emozioni vere? Troverà un uomo di cui fidarsi e a cui poter presentare i suoi figli senza la paura che la abbandoni su due piedi? Ecco il grande ritorno della donna più comune e autentica in un libro divertente e allo stesso tempo toccante.
*NON PER DEBOLI DI STOMACO*
Prima di acquistare questo libro sono andata a cercare qualche recensione in giro per il web e, sorpresa delle sorprese, mi sono trovata di fronte a moltissime recensioni negative. Credevo che questo libro dall’esilarante protagonista sarebbe stato apprezzato, dato il successo dei precedenti romanzi e film. Le recensioni lette (parlo di IBS per intenderci) lo etichettano come un libro “volgare”, “stupido” e addirittura “illeggibile”. A me, ad essere sincera, è sembrato tutt’altro. Forse la delusione collettiva è data dal fatto che Bridget non è più una donna accessibile a tutte. E’ una donna sola, vedova e con due bambini che le occupano le giornate. Le parti definite “volgari” sono, presumo, quelle in cui si parla di vomito, dissenteria, peti e vari effetti corporei. Qualcuno si sarà scandalizzato leggendo il capitolo in cui si parla dell’influenza dei figli di Bridget ed è presente un grande mix di “Vomito e diarrea”. Io leggendolo non mi sono disgustata, ho invece cercato di capire cosa volesse lasciar intendere la scrittrice tra le righe, e credo che in questo capitolo più che descrivere una lunga e disgustosa lista lei volesse mostrare come se la cava senza Mark, cosa vuol dire essere una madre sola, disperata e anche un po’ depressa. Io di così stomachevole non ci ho trovato nulla, racconta semplicemente la normalità che noi donne cerchiamo spesso di minimizzare e nascondere come la peste. Credo che nei capitoli precedenti immedesimarsi in lei fosse più facile e divertente, ora immedesimarsi in lei diventa quasi esasperante, come uno schiaffo che ti catapulta alla realtà. Chi si è scandalizzato per i peti (vedi capitolo in cui Bridget non riesce a trattenersi a lezione di Yoga) forse sarebbe più indirizzato a leggere “Sex and the city” o “I love shopping” , libri altrettanto scorrevoli e rilassanti rispetto ad un libro sempliciotto come questo. Mi ha fatto ridere immaginare i suoi figli e i loro dialoghi, mi sono ritrovata a immaginare la parlata particolare della figlia Mabel e gli scambi di frecciatine tra lei e il fratello. Purtroppo (o meglio, per fortuna) la nostra beniamina è diventata grande, e si trova a fare i conti con la vita vera. E la vita comune ragazze, che noi lo vogliamo ammettere o no, è fatta anche di queste “volgarità”, vomito compreso. Io sono riuscita a rispecchiarmi in Bridget anche questa volta ma volendo trovare un difetto a questo libro posso dire che a tratti è un po’ ripetitivo e a volte gli scambi di sms diventano noiosi. Credo di aver espresso abbastanza chiaramente il mio punto di vista e credo anche che in ognuna di noi ci sia un po’ di Bridget e che vada semplicemente accettata.
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un altro personaggio di cui avrei potuto innamorarmi.
Bello , alto, leale, fedele, forse troppo?
concordo con la tua opinione, per me Bridget è una grande , in lei trovo molte cose che fanno parte della vita, e credo che vomito e diarrea siano tra quelli reali, specialmente se si hanno dei figli.
Brava alessia, se lo trovo lo leggerò.
ciao paola