Dettagli Recensione
No titolo!
Tocca a Sam, il secondo dei fratelli Nolan, trovare l’amore. Il primo libro della serie, “Come finiscono le favole”, vedeva protagonista Mark, il primogenito. I Nolan sono tre fratelli (ad Alex, il più piccolo, sarà dedicato il prosimo libro) emotivamente vittime di due genitori alcolizzati e difficili. In seguito alla loro morte trovano strade diverse, per poi riavvicinarsi al decesso della sorella Victoria che lascia in affidamento a Mark la sua bambina. Riscoprono pian piano una fraternità dimenticata o mai esistita. Portano però con sé le cicatrici lasciate da quell’infanzia disastrosa. Diventa perciò complesso legarsi a qualcuno, poiché quella particolare gioventù ha insegnato loro che riporre fiducia in chi ti sta attorno è quantomeno pericoloso.
Pur essendo la storia di Sam, il libro si apre sul rapporto tormentato tra una bimba di nome Lucy e i suoi genitori: un padre emotivamente lontano ed una madre che vizia Alice, la sua sorellina. Lucy poi cresce e da qui prende il via la storia che la vedrà protagonista, assieme a Sam, del libro.
Come sempre, il punto di forza dei libri della Kleypas è il tratteggio caratteriale. I suoi personaggi sono ricchi e ben caratterizzati. L’autrice rifugge la dicotomia e riempie il suo mondo di sfumature. C’è anche spazio per una piccola componente magica. In realtà questa particolare nota è da considerare il fil rouge della serie. In questo libro però, la magia non è quella sostanza incorporea che permea momenti di inspiegabili sensazioni, ma un atto reale e consistente. Frammenti di vetro possono diventare lucciole. I nostri protagonisti non hanno cappelli a cilindro, né lunghi mantelli neri, perciò in qualche modo l’autrice vuole spronarci ad accantonare per un istante l’aspetto razionale della vita a favore di in un atto esclusivo di pura fiducia: dobbiamo tornare a credere, come quando eravamo bambini, che il lato inspiegabile dell’esistenza è magico. E già lo facciamo perché, in fondo, quando ci innamoriamo e abbandoniamo al sentimento, altro non facciamo che riporre fiducia proprio in una piccola magia.