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Il B&B per ritrovare se stessi
“L’amore mi aveva cambiata. Non ero mai stata tanto felice e tutti se ne accorgevano.”
Il giudizio critico del Publishers Weekly, a proposito di LA LOCANDA DI ROSE HARBOR dice: “Una storia tenera che mette di buon umore.” Io sono completamente d’accordo con questo parere, molto vicino al mio, cui aggiungerei che riesce anche a commuovere, a emozionare e a infondere speranza e positività.
Non conoscevo Debbie Macomber, prima di leggere questo romanzo, che ha saputo conquistarmi davvero con la tenerezza che le sue storie e il suo appassionante stile narrativo sono in grado di donare al lettore.
La Macomber la definirei una scrittrice di quelle fuori dal circuito delle mode del momento. Nel suo romanzo, completamente privo di sesso, a scaldare l’anima è l’amore, in tutte le sue forme (verso se stessi, la famiglia, i figli, gli animali, i vicini della porta accanto e i ricordi felici cui ci si aggrappa nel dolore).
Leggendo La locanda di Rose Harbor, ci si sente accolti, non solo nella locanda del romanzo, nata appunto con questo fine, ma anche nell’intera comunità di Cedar Cove.
La protagonista è Jo Marie Rose, rimasta da poco vedova, dopo un breve matrimonio con l’uomo perfetto per lei, Paul, un soldato morto tragicamente in Afghanistan. Di lui, Jo Marie racconta brevemente l’essenza intima del loro rapporto: “Paul era tutto ciò che speravo di trovare in un buon marito … e molto di più.”
A meno di un anno dalla tragedia, Jo Marie prende la decisione che le cambierà la vita: abbandona il lavoro sicuro in banca per trasferirsi a Cedar Cove, un pittoresco paesino affacciato sull’Oceano Pacifico, dove diventa proprietaria di un B&B con vista faro. Tutto questo accade solo nel capitolo introduttivo. Gli altri sono dedicati a Jo Marie e ai suoi due ospiti, i quali, esattamente come lei, fuggono da qualcosa o vi ritornano coraggiosamente per affrontarla. L’obiettivo di Jo Marie nella sua locanda è quello di dedicarsi con gentilezza e calore all’accoglienza dei suoi clienti, oltre a quello di coltivare i suoi passatempi prediletti, come le creazioni in cucina, il bricolage, l’arredamento e i lavori a maglia.
Anche Jo Marie è alla ricerca di un po’ di serenità da donare al suo cuore e Cedar Cove sembra proprio essere il luogo adatto. La gente è ospitale e si dimostra affettuosa e prodiga di consigli e suggerimenti. Le piccole attività sopravvivono anche grazie all’unione e alla solidarietà dei cittadini. È un posto stupendo dove mettere radici e Jo Marie se ne accorge subito.
Per la prima settimana, la locanda ha già due ospiti da accogliere, due persone che un tempo vivevano in quel paradiso, ma che, per un qualche motivo delle loro storie personali, vi erano fuggite: l’una per un insormontabile senso di colpa, l’altro per un immenso e radicato odio.
Alternando i capitoli, dedicati ai tre personaggi, vengono narrate le loro complicate vicende, fatte di ricordi dolorosi e verità non dette. La stessa Jo Marie, fra le tante persone che incontra, ne trova qualcuna più speciale delle altre, ma le sue ferite sono troppo recenti e per lei l’importante è ritrovare prima di tutto l’equilibrio e la serenità e, prodigarsi nell’accogliere i suoi clienti, l’aiuta molto.
Non è un vero e proprio romanzo autoconclusivo, ma il primo di una serie, ambientata nella locanda di Rose Harbor, che parla al cuore delle lettrici, infondendo loro buon umore e positività.
Infatti, la locanda si appresta ad accogliere altri nuovi ospiti e la magia di Cedar Cove può ricominciare a parlare.
Lo stile magico e dolcemente soprannaturale della Macomber è molto piacevole ed allieta la lettura, riuscendo a risultare, non soltanto perfettamente gradevole e rosa, ma anche avvincente e intenso nella descrizione di stati d’animo ed emozioni.
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